Multa da oltre 15 milioni di euro alle compagnie energetiche. Ieri l'Antitrust ha voluto punire le «pratiche commerciali aggressive» che sarebbero state messe in atto da Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolmiti Energia ed Edison Energia per indurre «i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas, in contrasto sulla protezione normativa». Il riferimento è al decreto Aiuti bis, varato sotto il governo Draghi nel periodo dei prezzi dell'energia alle stelle, che prevedeva la sospensione per le compagnie della possibilità prevista dai contratti di effettuare modifiche unilaterali delle tariffe di fornitura fino al 30 aprile 2023. Il decreto sanciva, inoltre, che sarebbero state nulle anche tutte le comunicazioni di variazione dei prezzi inviate prima dell'entrata in vigore del decreto, fatte salve quelle che si fossero già perfezionate.
L'Autorità guidata da Roberto Rustichelli ha irrogato la sanzione più grande a Enel Energia, alla quale è spettata per la prima volta il massimo edittale (10 milioni) da quando è stato modificato il Codice del Consumo. Multa salata anche per Eni Plenitude (5 milioni). Entrambe, scrive l'autorità, «hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura di oltre 4 milioni di consumatori», facendo leva su clausole contrattuali che consentivano loro di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i termini dell'offerta. E così, durante il boom dei costi energetici, molti clienti - anche anni dopo la scadenza dell'offerta economica - hanno ricevuto lettere da Enel ed Eni che annunciavano gli aumenti dei prezzi «in assenza di una scadenza nota al consumatore finale». Le società coinvolte, però, si oppongono alle conclusioni del Garante della concorrenza. Enel, che nel frattempo ha cambiato i vertici lo scorso maggio, si è difesa dicendo di essersi «limitata a effettuare nei confronti dei propri clienti dei meri rinnovi delle condizioni economiche in scadenza, come previsto da contratto, senza invece procedere ad alcuna variazione unilaterale delle stesse durante la loro vigenza». E che per questo si riserva «ogni azione a propria tutela». Anche Eni Plenitude ribadisce «la correttezza del proprio operato e che analizzerà il dispositivo dell'Autorità, riservandosi di impugnare il provvedimento». Sanzionate in misura minore Acea Energia (560mila euro) che, insieme a Dolomiti (50mila), ha spedito le comunicazioni di variazione dei prezzi prima dell'entrata in vigore del decreto, ritenendole perfezionate dopo 10 giorni dall'invio delle stesse senza rispettare il preavviso di 90 giorni. Nel caso di Acea, «anche con modifiche unilaterali in violazione della norma».
Sanzionata Iberdrola (25mila euro), per avere minacciato la risoluzione del contratto per «eccessiva onerosità sopravvenuta» nel caso non si accettassero le nuove condizioni. Mano leggera per Edison (il minimo edittale, a 5mila euro) visto che la società ha ristorato i clienti, peraltro coinvolti in numero esiguo.
Esultano le associazioni dei consumatori, con il Codacons che chiede «indennizzi in favore di tutti gli utenti coinvolti dagli aumenti illegittimi delle tariffe di luce e gas». È però dubbio che alla fine l'azione censoria possa andare fino in fondo, visto che il dispositivo di legge si presta a più letture.
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