"Scorte alimentari mondiali a rischio": la profezia che spaventa l'Europa

L’invasione russa dell’Ucraina ha scatenato una crisi alimentare. E inizia lo scontro a distanza tra Mosca e Washington

"Scorte alimentari mondiali a rischio": la profezia che spaventa l'Europa

Prosegue senza sosta l’offensiva russa in Ucraina, ma c’è un’altra crisi da non sottovalutare: la crisi alimentare su scala globale. Gli effetti potrebbero risultare disastrosi in determinate aree del pianeta – Africa e Medio Oriente in primis – con il rischio di nuove tensioni politico-sociali. A confermare il quadro di allarme ci ha pensato Josep Borrell.

“L'approvvigionamento alimentare mondiale è in pericolo, principalmente a causa dell'invasione russa dell'Ucraina”, ha spiegato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione dei ministri dello Sviluppo Ue. Nel 2021 Mosca e Kiev erano tra i primi esportatori di cereali e semi di girasole, ha evidenziato il politico spagnolo, rappresentando circa il 50 per cento del commercio mondiale di olio di girasole.

Nel corso del suo intervento ai microfoni dei cronisti presenti a Bruxelles, Borrell ha evidenziato che il Cremlino sta occupando e bombardando parti della terra arabile ucraina: “Si stima che quasi la metà del frumento invernale, quasi il 40% della segale e più del 60% del mais, da raccogliere nell'estate 2022, si trovi in zone a rischio”. Ma non è tutto, purtroppo: “Tra il 20% e il 30% delle superfici di produzione di cereali invernali, mais e semi di girasole in Ucraina rimarranno non raccolte o non saranno piantate questa primavera. Questo per dare un'idea di quanto la capacità agricola ucraina sarà danneggiata dalla guerra”.

Un monito chiaro e forte quello del capo della diplomazia europea. Nelle stesse ore si registra il botta e risposta tra Russia e Usa. Washington, tramite il segretario di Stato Blinken, ha accusato Mosca di aver preso in ostaggio l’approvvigionamento alimentare di milioni di ucraini e milioni di altre persone nel mondo.“Smettete di bloccare i porti del Mar Nero, consentite la libera circolazione di navi, treni e camion che trasportano cibo fuori dall’Ucraina”, il messaggio del diplomatico americano al Cremlino. Non è tardata ad arrivare la replica di Dmitri Medvedev: il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo si è scagliato contro le “maledette sanzioni” occidentali e ha ribadito che “i Paesi che importano il nostro grano e altri prodotti alimentari avranno tempi molto difficili in assenza delle forniture russe ma hanno solo loro da incolpare”.

Una situazione estremamente delicata, dunque. Senza mezzi termini l’ambasciatore Usa all’Onu Linda Thomas-Greenfield:“La crisi alimentare globale provocata dalla guerra è al livello di allarme 10”.

Intervenuta ai microfoni della Bbc, la diplomatica ha spiegato che la crisi tra Mosca e Kiev “ha esacerbato quella che era già una grave questione di insicurezza alimentare”, rimarcando che il blocco dei porti e lo stop all’esportazione del grano ucraino “ha peggiorato la situazione, con un impatto evidente nel mondo”.

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