Da domani debutterà la tanto attesa Global minimum tax. La riforma che sta per entrare in vigore, a cui partecipa anche l'Italia, rappresenta il secondo pilastro dell'accordo sulla tassazione delle multinazionali adottato in seno all'Ocse e stabilisce, negli oltre 140 Paesi a bordo, un'aliquota fiscale effettiva minima globale pari al 15% per le multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. Si compie così un passo in avanti in una situazione che, fino a oggi, permetteva ai cosiddetti giganti del web di eludere il Fisco e andare a pagare le tasse in paradisi fiscali.
Secondo l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che si basa su dati di Mediobanca, nel 2022 le 25 principali Web company presenti in Italia hanno versato solo 162 milioni di imposte sul reddito al nostro Erario, mentre tra il 2014 e il 2022 le stesse società hanno eluso le amministrazioni finanziarie dei diversi paesi in cui esercitano l'attività per 99,7 miliardi di euro, di cui 49 tra il 2014 e il 2018 e 50,7 tra il 2019 e il 2022.
Lo scorso 19 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto di attuazione della delega che recepisce la Direttiva europea 2022/2523 in materia di imposizione minima globale che, di fatto, allinea il nostro Paese all'accordo Ocse. Ma quanto potrebbe fruttare alle casse del nostro Fisco? Almeno inizialmente, non tantissimo. La Cgia fa notare che nel dossier curato dal Servizio Bilancio dello Stato della Camera il gettito stimato dalla sola applicazione dell'aliquota del 15 per cento sulle multinazionali nel 2025 porterà l'erario a incassare 381,3 milioni di euro, nel 2026 il gettito dovrebbe salire a 427,9 e nel 2027 raggiungere i 432,5. Nel 2033, ultimo anno in cui nel documento si stimano le entrate, le stesse dovrebbero sfiorare i 500 milioni.
Posto che è solo un primo passo e che un approccio di sistema a lungo andare potrebbe disincentivare il ricorso ai paradisi fiscali, il commissario agli Affari economici Ue, Paolo Gentiloni (in foto), in un editoriale sul Financial Times ha invece espresso aspettative più elevate riguardo alla tassa minima globale per le multinazionali.
«In un momento in cui i bilanci pubblici sono messi a dura prova», ha scritto il commissario italiano, «l'aliquota fiscale minima globale consentirà ai governi di raccogliere entrate aggiuntive». Indicando che «l'Ocse stima che i guadagni annuali per le tesorerie di tutto il mondo siano pari a 220 miliardi di dollari, ovvero il 9% delle entrate fiscali globali sulle società».
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