BF spa, la holding che controlla Bonifiche Ferraresi dopo aver rilevato, nel 2014, la quota di maggioranza da Bankitalia, arricchisce il parterre de rois del proprio azionariato con Intesa Sanpaolo ed Eni e lancia una joint venture paritetica con il Cane a sei zampe per lo sviluppo di biocombustibili. In Piazza Affari il titolo festeggia con un rialzo del 2% e raggiunge quota 3,56 euro.
Intesa Sanpaolo ed Eni entreranno nel gruppo, a capo di una filiera che va dalla genetica del seme, ai terreni coltivati (per 7.750 ettari) fino al brand di distribuzione, con il 3,225% del capitale ciascuno per un controvalore di 20 milioni a ingresso, attraverso un aumento di capitale riservato da realizzarsi entro il 31 gennaio 2022. Il big dell'energia guidato da Claudio Descalzi acquisisce anche il 5% della controllata Bonifiche Ferraresi per altri 20 milioni (su cui Bf realizza una plusvalenza di 6,7 milioni) e «in caso di scioglimento della joint venture dopo 36 mesi, avrà la facoltà di concambiare le azioni di Bonifiche Ferraresi in azioni BF». Nell'azionariato del primo operatore agricolo italiano sono già presenti, tra l'altro, Cdp Equity (18,7%), Dompè (14%), l'ad Federico Vecchio (13,6%), e Fondazione Cariplo (20,6%), tra gli azionisti della stessa Intesa (al 3,9%).
«Le due grandi alleanze rafforzano il disegno strategico e il posizionamento industriale del gruppo», ha commentato Vecchioni per poi aggiungere: «Oltre alla dotazione di capitale, queste partnership aprono nuovi mercati, forniscono know how e riconoscono la leadership di BF nel comparto agroindustriale nazionale».
Più in dettaglio, secondo quanto spiegato da BF in una nota, l'ingresso di Intesa Sanpaolo «si inquadra nel supporto della banca al gruppo» e «risulta in linea con il piano di sviluppo dell'istituto nel settore agroalimentare». A sua volta il gruppo agricolo ritiene che la partecipazione dell'istituto guidato da Carlo Messina «possa rappresentare il primo passo di intese future capaci di creare valore per la società e i suoi stakeholder».
Quanto invece all'asse con Eni si tratta, secondo quanto si legge in una nota del gruppo guidato da Descalzi, di un «accordo con valenza strategica» che «fa leva sulla consolidata collaborazione» tra i due gruppi in ambito agricolo per «sviluppare progetti di ricerca e sperimentazione agricola di sementi di piante oleaginose da utilizzare come feedstock (materie prime ndr) nelle bioraffinerie Eni», che partono dallo stop previsto nel 2023 all'utilizzo da parte del gruppo petrolifero di olio di palma nei processi di produttivi. Il successo della partnership rappresenterebbe infine per BF, che affonda le sue origini al 1871 come società di bonifica di laghi, una diversificazione nell'ambito delle energia green.
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