Berlino minaccia: «Atene stia ai patti»

"Anche se vince la sinistra il Paese rispetti gli impegni". E Merkel nega di considerare l'uscita greca dall'euro

Berlino minaccia: «Atene stia ai patti»

Berlino vuole la Grecia fuori dall'euro? No, o almeno non ufficialmente: il governo tedesco nega di essere pronto ad accettare l'uscita di Atene dall'eurozona in caso di vittoria dell'estrema sinistra di Syriza alle elezioni del 25 gennaio. «Non vi è un cambiamento di posizione», ha dichiarato alla Dpa il viceportavoce della cancelliera Angela Merkel, Georg Streiter. Smentita tardiva, dopo il terremoto politico suscitato sabato dalle indiscrezioni del settimanale Der Spiegel, secondo cui sia la Merkel che il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaueble, non vedono problemi nella «Grexit», dal momento che non temono più il rischio di un contagio ad altri Paesi dell'eurozona. Poche ore prima, lo stesso portavoce aveva cercato di ridimensionare la notizia, ribadendo che la Germania parte dalla premessa «che in futuro la Grecia continuerà ad assolvere ai propri impegni» assunti con la troika (Bce-Ue-Fmi) in cambio del piano di salvataggio del 2012. Questo anche se dovesse vincere la sinistra radicale di Alexis Tsipras, ha spiegato Georg Streiter, pur senza citare esplicitamente il leader politico che peraltro non ha mai detto di voler uscire dall'euro: punta, invece, a rinegoziare gli accordi con la troika a partire dalla cancellazione di parte del debito greco.

In ogni caso, i politici tedeschi hanno considerato attendibili le rivelazioni del settimanale, solitamente bene informato: e hanno reagito senza aspettare le dichiarazioni ufficiali. A cominciare dal leader dell'opposizione, Bernd Riexinger, che accusa apertamente la Merkel di voler destabilizzare Atene: «Con questa indiscrezione intenzionale, il governo lancia una bomba che può causare una escalation della crisi in Grecia», affermato il presidente del partito Die Linke. Toni più sobri, ma identici concetti per il sottosegretario agli Affari Europei Michael Roth (Spd): «La Grecia è membro della zona euro. E deve restarlo. Bisogna evitare di provocare, con le parole, conseguenze politiche ed economiche intempestive». Sul fronte opposto, il partito euroscettico Alternativa per la Germania (Afd): «Saluto il fatto che finalmente la signora Merkel e Schaeuble abbiano realizzato che l'uscita della Grecia dall'Euro è fattibile», ha detto il presidente del gruppo, l'economista Bernd Lucke.

E Bruxelles, diretta interessata, che cosa ne pensa? «No comment», si limita a dire il portavoce della Commissione Europea Enrico Brivio, rinviando alla dichiarazione sule elezioni greche del commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che esortava Atene a «un forte impegno» per l'Europa e per le riforme.

Intanto, a tre settimane dalle elezioni, Syriza resta in vantaggio nelle intenzioni di voto degli elettori greci.

Secondo un sondaggio condotto dall'istituto Rass per conto del quotidiano Eleftheros Typos , il partito della sinistra radicale di Alexei Tsipras avrebbe il 30,4% dei voti, contro il 27,3% dei conservatori di Nuova democrazia del premier Antonis Samaras. Ma il Movimento dei socialisti democratici, il nuovo partito dell'ex premier greco George Papandreou, potrebbe già contare sul 6,1% dei consensi.

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