Bisogna cavalcare il digitale

Due sere fa sono stato invitato a tenere una conferenza con oltre 300 persone. I temi? Quelli legati al mondo del risparmio. Sono partito da una fotografia della forte trasformazione vissuta dal mondo bancario. Per semplificare i concetti, ho chiesto ai presenti quanti di loro fossero andati, quel giorno stesso, in banca fisicamente. Solo in due hanno alzato la mano. A quel punto ho chiesto quanti avessero usato internet per accedere ai propri conti. Quasi tutti hanno alzato la mano. Insomma, si continua ad andare in banca, ma è cambiato il modo di farlo. Lo sviluppo dell'era digitale sta radicalmente variando le abitudini dei clienti, la struttura degli istituti e la vita di tanti bancari. Nel corso della stessa conferenza ho presentato i numeri estratti da una ricerca dello Studio Oliver Wyman che analizza il «Nuovo che Avanza». Monzo, Revolt, Atom, Starling, Tandem, sono banche digitali presenti nel Regno Unito. A giugno del 2017 avevano 600mila clienti, a distanza di un anno sono 2,5milioni. Kakao, banca Sudcoreana, a giungo del 2017 non esisteva: ha chiuso il 2018 con oltre 6 miliardi di clienti. Chi non si farà trovare pronto a legare la forza del digitale alla preparazione sui temi essenziali della consulenza finanziaria, non può avere futuro. La stessa ricerca prevede, per i prossimi anni, in Italia, la chiusura di almeno altre 10-11mila filiali e l'esubero o la riconversione di 75mila bancari.

A fine conferenza sono stato avvicinato da uno dei presenti. «Sono un dirigente di banca e sono preoccupatissimo per il mio futuro», mi dice presentandosi. Poi tira fuori degli articoli di giornale in cui si parla del Belgio. «Lì gli ex bancari li hanno messi a fare gli infermieri».

Mi evidenzia leggendo i titoli che riportano la notizia. Ci scherza su: «Sarà perché ci occupiamo di prelievi?». Poi aggiunge «Prima che il cambiamento mi travolga ho capito che sarà il caso di imparare a cavalcarlo».

leopoldo.gasbarro@me.com

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