Gli ucraini avanzano ancora. Il Cremlino sposta le truppe

L'offensiva a Kursk, Bryansk e Belgorod continua, creata una zona cuscinetto. I russi provano a rinforzare i confini (con l'aiuto bielorusso)

Gli ucraini avanzano ancora. Il Cremlino sposta le truppe
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L'invasione delle truppe ucraine nelle regioni russe di Kursk, Bryansk e Belgorod ha superato tutte le aspettative. La domanda ora è se Kiev sarà in grado di trasformare i guadagni in un vantaggio strategico a lungo termine. Nella località di Kurshchyna è stata addirittura creata ieri una vera e propria area cuscinetto, per contenere una controffensiva di Mosca, ma anche per utilizzare il villaggio come base operativa e testa di ponte per un'ulteriore penetrazione in territorio nemico. Tutte le opzioni sono state analizzate nel corso di un incontro tra Zelensky, che valuta di aprire uffici di comando militare nel Kursk, e i suoi generali.

Tre gli scenari che Kiev starebbe considerando, soprattutto se la Federazione Russa iniziasse a trasferire più truppe nell'area. Il primo approccio è cercare di mantenere il territorio conquistato, o addirittura avanzare ulteriormente per attirare più soldati di Mosca fuori dall'Ucraina e acquisire influenza nei futuri negoziati. La seconda opzione potrebbe essere un arretramento di uomini, circa 12mila, ed equipaggiamenti fino al confine, per dimostrare di aver saputo intraprendere una guerra con la Russia e minare la narrazione dell'inevitabile vittoria di Mosca. Zelensky e Syrsky hanno valutato anche un terzo scenario: un ritiro parziale delle truppe in una posizione più protetta vicino al confine ucraino, che richiederebbe meno soldati, ma migliore artiglieria e supporto logistico. Servirebbe anche come base per ulteriori attacchi quando si presentassero le opportunità. Per lo Stato Maggiore dell'Ucraina questa potrebbe essere l'opzione maggiormente percorribile, poiché parte dei mezzi materiali e tecnici, truppe ingegneristiche, carburante, ospedali da campo, basi alimentari e di riparazione, sono già stati collocati a diversi chilometri di profondità nel territorio russo.

Sul campo ieri le truppe ucraine, che possono vantare anche il sostegno della 14ª Brigata della Guardia Nazionale «Chervona Kalyna», sono avanzate di ulteriori 2 km, conquistando il 74º insediamento, quello di Suja, e catturando un centinaio di soldati della Federazione. Nel corso degli scontri sarebbe stato abbattuto dalla contraerea di Kiev anche un caccia Su-34. Il Belgorod, l'altra regione russa invasa assieme al Kursk, ha dichiarato lo stato di emergenza. «La situazione rimane estremamente difficile e tesa a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine», scrive su Telegram il governatore Gladkov. Mosca invece si ostina a sostenere di «aver sventato i tentativi di gruppi mobili nemici su veicoli corazzati di penetrare in profondità nel territorio russo» e di avere la situazione «sotto controllo». Notizia smentita da media anti-Putin che parlano di «offensiva ucraina rallentata, ma al momento i russi non hanno sufficienti uomini per fermarla». Con Mosca che sta spostando truppe dal Donbass anche con l'aiuto fornito dalla Bielorussia di Lukashenko, a conferma della carenza di uomini di Mosca. Tutto questo mentre l'Ucraina ha effettuato il più grande attacco con droni contro gli aeroporti militari russi di Savasleyka, Borysoglebsk e Baltimore. Il blitz mirava a minare la capacità nemica di utilizzare aerei da guerra per attacchi con bombe in volo.

Sul fronte ucraino gli agenti del controspionaggio della SBU hanno annientato la stazione radar russa «Kasta» a Zaporizhzhia,

distruggendo attrezzature per 60 milioni di dollari. Droni russi hanno attaccato un veicolo del battaglione medico nel Kharkiv, uccidendo due persone e ferendone tre. Un missile balistico si è schiantato in serata su Odessa.

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