Israele, un Ferragosto di trattative

Oggi il vertice senza Hamas. Può essere l'ultima occasione per evitare l'escalation

Israele, un Ferragosto di trattative
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Il lavoro diplomatico è stato senza sosta in vista del round negoziale previsto per oggi, Ferragosto, con l'obiettivo di arrivare a una tregua a Gaza. Gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar, principali mediatori tra Israele e Hamas, la settimana scorsa, hanno invitato le parti a incontrarsi al Cairo o a Doha. Tutto ciò mentre incombe il timore di una rappresaglia dell'Iran contro lo Stato ebraico, dopo l'assassinio il 31 luglio di Ismail Haniyeh a Teheran. Joe Biden, impegnato nel pressing per scongiurare una guerra regionale, ha suggerito che raggiungere un'intesa potrebbe aiutare a dissuadere la Repubblica islamica dal lanciare l'attacco. «Questa è la mia aspettativa, ma vedremo», ha puntualizzato da New Orleans. È questa infatti secondo molti l'ultima opportunità per liberare gli ostaggi catturati da Hamas il 7 ottobre, porre fine alla guerra che dura da 10 mesi a Gaza ed evitare la possibilità di un conflitto più ampio con il coinvolgimento dell'Iran. È una corsa contro il tempo: Tel Aviv ha messo il suo esercito al massimo livello di allerta. Ma anche Washington ha rafforzato la sua presenza militare in Medio Oriente. È intervenuto pure Ali Khamenei: «Esagerare le capacità dei nemici fa parte della guerra psicologica contro l'Iran», ha tuonato.

Il tempo stringe e ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione urgente per decidere chi farà parte della squadra negoziale. Sembra che nel team ci saranno il capo del Mossad David Barnea, il capo dello Shin Bet Ronen Bar, il responsabile dei rapiti per conto dell'Idf Nitzan Alon e il consigliere politico di Netanyahu Ofir Fleck. La presenza di quest'ultimo alle ultime sedute negoziali aveva provocato la protesta degli altri mediatori israeliani che avevano detto di sentirsi «controllati» da Fleck. Inoltre in precedenza pareva che ai colloqui avrebbe partecipato solo Barnea ma contro l'idea di inviare una delegazione ristretta avevano protestato anche le famiglie degli ostaggi. Un funzionario di Hamas in Libano, Ahmad Abdul Hadi, ha invece rivelato che il gruppo non sarà alle trattative, anche se sono previste consultazioni dopo il 15 agosto. «Non ci impegneremo in negoziati che permettano a Netanyahu di guadagnare tempo», si legge in un comunicato della Jihad islamica. Mentre il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha rinviato il suo viaggio in Medio Oriente. Ma nel frattempo Washington ha approvato nuove vendite di armi per un valore di 20 miliardi di dollari a Israele.

I toni si scaldano sempre di più e l'ambasciatore palestinese all'Onu, Riyad Mansour, ha accusato il Consiglio di sicurezza di non aver fatto abbastanza per fermare l'operazione militare di Tel Aviv a Gaza. «Smettete di immaginare di poter ragionare con il governo israeliano affinché smetta di uccidere civili», ha ammonito Mansour.

L'Anp invece ha fatto sapere che non accetterà in nessun caso l'esclusione della Russia dal processo di pace. A dirlo è stato il presidente Mahmud Abbas. La Russia «ha sempre cercato vie per una soluzione di pace», ha sottolineato. L'ambasciatore israeliano Gilad Erdan da parte sua ha difeso l'azione del suo Paese asserendo che l'esercito ha preso ogni misura per ridurre al minimo i danni collaterali.

Ha pure accusato Hamas di usare i civili come scudi umani e ha criticato il Consiglio di sicurezza per non aver condannato le azioni del regime degli Ayatollah: «Mentre parliamo milioni di israeliani si stanno preparando a un attacco iraniano. L'aggressione di Teheran minaccia l'intera regione».

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