"Bollette in aumento? Colpa del centrodestra". La balla del ministro 5S

Il ministro Patuanelli accusa il campo moderato. Ma le ragioni dell'impennata sono altre. E il centrodestra ha sventato una vera e propria patrimoniale

"Bollette in aumento? Colpa del centrodestra". La balla del ministro 5S

Il ministro Patuanelli la spara grossa, in perfetto stile 5 Stelle. Il titolare del dicastero dell'Agricoltura di fatto non usa giri di parole e in un'intervista a La Stampa spiega a suo modo qual è la causa dell'aumento delle bollette. Leggete bene: "In Cdm sono intervenuto solo io. E in cabina di regia, con Laura Castelli, abbiamo detto che non volevamo modifiche strutturali al difficile accordo che era stato raggiunto. Quando poi il presidente Draghi ha proposto un contributo di solidarietà, che non significava una nuova tassa o un aumento di imposte, ma l'attuazione del taglio fiscale rimandata di un anno per i redditi sopra i 75mila euro, ho detto a nome del Movimento che eravamo favorevoli a destinare queste risorse al taglio delle bollette. Dopodiché il presidente ha cambiato idea. La morale è che, per una scelta della destra, che comprende Italia viva, le bollette saranno più care". Insomma, secondo il ministro la stangata bolletta è tutta da attribuire al campo dei moderati.


Il centrodestra ha evitato la patrimoniale

Diciamolo subito, Patuanelli ha preso una cantonata colossale. I motivi sono due. Il primo riguarda la mossa del centrodestra in Consiglio dei Ministri che ha sventato una vera e propria patrimoniale sulle tasche degli italiani bloccando il contributo di solidarietà per i redditi medio alti. Un contributo che, secondo i 5 Stelle, sarebbe stato destinato al taglio delle bollette.

Solo l'intervento del centrodestra ha evitato che una manina destinasse parte dei risparmi degli italiani su un fronte caldo come quello del costo dell'energia. Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani era stato molto chiaro: "Il governo studia un contributo di solidarietà per il taglio delle bollette? Se deve essere una patrimoniale ci piace poco, non siamo affatto d'accordo". Inoltre aveva suggerito una soluzione alternativa per evitare la patrimoniale e una ulteriore mazzata sulle tasche del ceto medio: "Il contributo per impedire l'aumento delle bollette può arrivare dall'applicazione della riforma dell'Irpef, ci possono essere due miliardi". Come è noto il contributo è morto sul nascere.


Le vere cause dell'aumento delle bollette

Ma per spiegare per bene al ministro qual è la vera causa dell'aumento delle bollette di luce e gas, bisogna ad esempio ricordargli le parole di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: "Oggi sui mercati spot l’elettricità si paga da 250 euro al megawatt ora a quasi 300 (in passato ci sembrava tanto quando costava 40-50 euro)". E di certo il prezzo dell'energia non lo fa certo il centrodestra. Ma non finisce qui.

Tabarelli in un'analisi approfondita delle possibili cause degli aumenti ha affermato: "Le compagnie energetiche investono di più sulle rinnovabili e meno sulle fossili, ma la domanda di gas non cala. L’eolico e l’idroelettrico in alcuni paesi hanno ridotto la produzione per motivi di meteo. I mercati sono in mano alla speculazione, e i politici non sanno che pesci pigliare". Da sottolineare poi le spiegazioni fornite dall'Arera, l'Authority per l'Energia: "Le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell’elettricità e di oltre il 30% di quella del gas". E anche in questo caso le quotazioni sui permessi non sono certo state decise dal centrodestra. Ricordiamo inoltre al ministro Patuanelli che il forte aumento del costo dell'energia ha anche altre cause come ad esempio la ripresa dell'economia, un clima piuttosto rigido nel Nord Europa, ma anche una domanda consistente di gas da parte di Pechino.

Cosa c'è dietro l'aumento

Inoltre l'analisi dell'Osservatorio dei Conti pubblici italiani ci è utile per rinfrescare la memoria di Patuanelli. Come sottolineano gli analisti il costo del gas naturale ha subito uno sbalzo da 16 a 75 euro/MW in soli 180 giorni e il costo dei permessi per l'emissione di CO2 è schizzato da 30 euro/tonnellata a 60 euro. Il tutto dovuto, come ricordano gli esperti, alle tensioni sui mercati dell'energia. In Italia l'impennata, sempre secondo l'Osservatorio, sarebbe attribuibile per l'80% all'aumento del gas naturale e per un 20% agli aumenti che riguardano i permessi di emissione. A questo quadro va aggiunto anche il fatto che l'Italia è il secondo importatore di gas naturale in Europa e dunque si trova in prima linea sul fronte dei rincari.

Insomma i motivi della stangata sono tanti, ma di certo è una follia affermare che la botta sulle bollette sia responsabilità del centrodestra. È certamente responsabilità del centrodestra la scelta di aver combattuto per sventare l'ennesimo scippo sulle tasche del ceto medio che in questo Paese è da sempre il motore dell'economia.

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