Ormai è stato confermato anche dallo stesso ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani: "Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenterà del 40%". Si salvi chi può, verrebbe da dire, ma è molto complicato sfuggire ad un rincaro del genere con una spesa di 247 euro in media a famiglia nell'arco dell'anno.
Perché la bolletta è sempre più cara
Come ci siamo occupati sul Giornale in edicola, le motivazioni sono essenzialmente due: l'aumento del prezzo del gas a livello internazionale e l'aumento del prezzo della CO2 che si produce. Il rincaro senza precedenti in che arriverà a partire dal prossimo 1°ottobre con la revisione trimestrale delle tariffe ha una serie di ragioni, sia finanziarie che geopolitiche. La prima è legata alla corsa al rialzo delle materie prime che con la ripresa economica e la fine dl lockdown ha creato una richiesta tale che la domanda è di gran lunga superiore all'offerta (ed ecco la speculazione). La domanda di gas è esplosa soprattutto in Asia con il boom di Gnl, il gas naturale liquido che viene trasportato via mare che ha fatto livitare i prezzi in tutto il mondo mettendo in crisi anche l'Europa, dove il gas viene ormai usato stabilmente per sostituire il carbone per la produzione di energia.
Ecco perché l'Italia è penalizzata
E qui ci andiamo di mezzo noi: per il suo mix energetico, l’Italia si affida principalmente al gas naturale. Nel 2018, infatti, il gas ha rappresentato il 45% della produzione elettrica del nostro paese. E poi siamo anche il secondo più grande importatore in Europa (oltre il 90% della domanda), il cui prezzo dipende in gran parte dal prezzo all’ingrosso. La Russia è il nostro principale fornitore con 32 miliardi di metri cubi importati nel 2018 ma adesso il problema è derivato anche dal combustibile che comincia a scarseggiare. In questa maniera, i prezzi europei del gas lievitano in maniera esorbitante toccando cifre record. A prescindere, l'anomalia italiana consiste anche sugli oneri di sistema, costi che non hanno nulla a che fare con il prezzo dell'energia, il trasporto o la gestione. Infatti, indipendentemente da quanto abbiamo scritto e detto fin qui, il prezzo medio italiano è pari a 152,58 euro per megawattora contro 130 euro degli altri Stati.
Portogallo e Spagna adesso ci superano
Quest'estate abbiamo ceduto il primato a Spagna e Portogallo che hanno stabilito un record pochi giorni fa con 154,16 euro per megawattora, il prezzo più alto nella storia e il 6,9% in più solo dal giorno prima. Mentre vi scriviamo il prezzo è leggermente sceso a 153,43 euro avvicinandosi a quello dell’Italia. Al quarto posto si trovano i nostri vicini della Svizzera con 150,06 euro per megawattora.
M5S: "No al nucleare"
Come abbiamo sottolineato sul Giornale, al di là degli interventi sulla bolletta, due settimane fa, sempre il ministro Cingolani aveva rilanciato la necessità di guardare anche al nuovo nucleare e proseguire nella ricerca legata alla fusione come strada alternativa per la decarbonizzazione. Ma dai grillini era arrivato il "no", secco. Diversa la posizone dell’imprenditore Alberto Bombassei che sostiene l’apertura di Cingolani. "La possibilità di sfruttare l’energia nucleare con impianti di quarta generazione è un tema bellissimo e stimolante — dice —Se si dovesse puntare su questo progetto sarebbe una risposta interessantissima. Un plauso al ministro".
I piani dell'Europa
Sulla carta, l’Europa ha i piani di de-carbonizzazione più ambiziosi del mondo: la Commissione Ue ha presentato un piano per tagliare le emissioni del 55% entro il 2030. Adesso, però, alcuni Paesi nicchiano: la Francia vuole ritardare gli interventi sul mercato del carbone mentre Paesi Bassi e Ungheria sono preoccupati per l’impatto sociale. Fuori dalla Ue, gli elettori svizzeri hanno respinto un’ambiziosa legge sul clima che avrebbe aumentato le tasse su benzina e voli aerei. "Nessuno mette in discussione che la transizione ecologica vada fatta il prima possibile, senza indugi e con sacrifici enormi", ha detto nel meeting di Genova il ministro Cingolani.
"Ci credo eccome alla transizione ecologica, ma non può essere fatta a spese delle categorie vulnerabili. Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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