Bollo auto in ritardo: cosa si rischia davvero

È sempre bene tenere presente i termini di scadenza del pagamento della tassa per evitare di incorrere in gravi conseguenze

Bollo auto in ritardo: cosa si rischia davvero

Per evitare di incorrere nell'applicazione di interessi di mora o in sanzioni è sempre bene tenere presente il termine di scadenza del pagamento del bollo auto, tassa dovuta per il possesso di un'autovettura iscritta al Pra che deve essere obbligatoriamente corrisposta ogni anno a prescindere dall'utilizzo o meno del veicolo interessato.

Nel caso in cui il bollo auto non venga saldato entro i termini stabiliti, in genere l'ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione del mezzo, si può andare incontro a una serie di conseguenze. L'imposta è generalmente gestita dalle Regioni oppure, per quanto riguarda Bolzano e Trento, dalle Province autonome. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Sardegna e Friuli Venezia Giulia, enti locali in cui la gestione è affidata direttamente all'Agenzia delle entrate. Agenzia delle entrate che a livello nazionale si occupa della verifica del pagamento del bollo, nonché dell'emissione di sanzioni.

Cosa si rischia

Superata la scadenza, sarà necessario per il contribuente versare, oltre agli interessi di mora (+ 0,3% annuo) anche le relative sanzioni, che s'incrementano proporzionalmente alla crescita del ritardo. Saldando il debito entro 14 giorni tramite ravvedimento operoso, l'incremento è pari allo 0,1% del totale del bollo per ogni giorno di ritardo; tra il quindicesimo ed il trentesimo giorno l'ammenda sale fino all'1,50%; tra i 30 e i 90 giorni l'aumento è dell'1,67%, mentre oltre tale soglia, ma sempre entro l'anno di ritardo, raggiunge il 3,75%. Oltre il termine di un anno di ritardo decade invece la possibilità di accedere al ravvedimento operoso, e la sanzione arriva fino al 30% dell'importo dovuto per il bollo: ad essa, inoltre, si aggiungono gli interessi, pari allo 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.

Ancora più gravi le misure previste per chi non dovesse saldare il proprio debito entro e non oltre i tre anni di ritardo. Si può incorrere, infatti, nella riscossione coattiva, per la quale è previsto il fermo amministrativo dell'autovettura e il pignoramento del conto corrente del proprietario della stessa.

Come ultima e più estrema conseguenza è previsto anche il ritiro della targa del mezzo, nonché la sua cancellazione dal Pubblico registro automobilistico (Pra). In tale evenienza, nel caso in cui volesse utilizzare nuovamente la medesima vettura dopo aver saldato il proprio debito, il contribuente dovrà provvedere a una nuova immatricolazione.

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