Bper chiude quasi uno sportello su tre

Coinvolte 600 filiali. Montani: "Ci sarà 1 miliardo di cedole", ma il titolo fa -12,9%

Bper chiude quasi uno sportello su tre

Arriva nel giorno sbagliato il piano industriale di Bper, di cui Unipol è il primo azionista con il 19,9%. Il crollo di Piazza Affari, scatenato da una Bce aggressiva sui tassi e incerta sul contenimento dello spread, travolge anche la banca emiliana (-12,9% a 1,69 euro), peggior titolo del Ftse Mib nonostante gli obiettivi del piano «e-volution» - un utile di 800 milioni nel 2025 e dividendi cumulati per un miliardo di euro - non si discostino molto dalle attese del mercato.

«Non mi piace commentare le decisioni di Vigilanza, mi spiace solamente che il mercato oggi abbia avuto una reazione negativa», ha detto l'ad Piero Luigi Montani. L'aver perso «più degli altri» è dovuto, secondo il banchiere, al fatto che Bper «aveva guadagnato moltissimo nell'ultimo periodo», sovraperformando il settore del 20%, ricorda Exane Bnp Paribas. «Molto spesso si compra sulle aspettative e si realizza sui risultati, mi spiace ma è andata così».

Alla crescita della banca emiliana contribuirà con sinergie per 155 milioni Carige, di cui Bper ha appena rilevato l'80% del capitale e la cui integrazione occuperà tutto quest'anno e almeno buona parte del prossimo, con la fusione da chiudere «entro fine novembre» per incassare gli incentivi fiscali del governo. Ieri sera Bper ha presentato alla Consob il documento per l'Opa obbligatoria finalizzata al delisting dell'istituto ligure. «Pensiamo che una banca che nel giro di poco tempo ha raddoppiato la sua dimensione come sportelli e dipendenti abbia bisogno di tempo per integrare», ha detto Montani chiudendo la porta, almeno fino a fine 2023, a pensieri su Monte Paschi, per cui il Tesoro cerca un compratore, o su Popolare Sondrio. «Siamo già grandi, abbiamo raggiunto una dimensione che ci consente di fare economie di scala, poi vedremo se ci sono delle altre soluzioni ma oggi è prematuro parlarne e ci porterebbe fuori strada».

Il piano Bper prevede la chiusura di 600 filiali - il 29% della rete, l'equivalente di quelle acquistate da Ubi - e 3.300 uscite, compensate da 1.450 assunzioni che andranno a rafforzare la banca nelle aree di sviluppo, come la bancassurance, il wealth management (con un futuro polo che graviterà attorno a Banca Cesare Ponti), l'investment banking, l'It e i dati (su cui sono previsti investimenti per mezzo miliardo), l'area Esg.

«Siamo costretti» a chiudere sportelli perché sono «sempre meno affollati e per noi rappresentano dei costi improduttivi», ha detto Montani. Con gli sportelli Bper cederà la piattaforma di recupero degli Npl, con inclusi 2,5 miliardi di crediti deteriorati (ci sono già «4-5 manifestazioni di interesse»), così da mettersi al riparo da possibili aumenti dei flussi in caso di peggioramento della situazione macro. Dalle cessioni di asset non core entrerà mezzo miliardo che rafforzerà il patrimonio (il Cet1 sarà superiore al 13%) e finanzierà gli investimenti.

Nessun isterismo per lo spread: «I titoli che scadono li reinvestiremo a cedole crescenti», ha detto il cfo Roberto Ferrari.

Il piano presenta «obiettivi ambiziosi» ma «alla nostra portata» e «lavoreremo per superarli», ha promesso Montani. Gli analisti guardano soprattutto ai dividendi, che Kepler si attendeva vicini agli 1,2 miliardi.

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