Il Fisco col Coronavirus. Ecco perché ora cambia tutto

Il 730 slitta al 30 settembre mentre il termine per l'invio dei dati su redditi e spese va al 31 marzo. Ma con il 2020 scattano anche importanti novità sul fisco da tenere in considerazione

Il Fisco col Coronavirus. Ecco perché ora cambia tutto

Il coronavirus ha letteralmente ridisegnato il calendario del fisco, tra l'introduzione da parte del governo giallorosso di misure d'emergenza, il posticipo delle scadenze e i nuovi termini da rispettare per mettersi in regola con l'invio dei dati.

L'esecutivo ha partorito un pacchetto contenente una serie di provvedimenti per contrastare gli effetti dell'epidemia di Covid-19, che ha colpito con una certa insistenza le regioni di Lombardia e Veneto. Innanzitutto il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri ha spostato in avanti i termini del Modello 730. In tutto il Paese, aveva già preannunciato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ci sarebbe stata una proroga inerente ai termini delle trasmissioni di informazioni per le dichiarazioni del suddetto 730. Così è stato, anche se la proroga non riguarderà soltanto i residenti nella cosiddetta zona rossa ma i contribuenti di tutta Italia.

In altre parole, i soggetti – dai privati cittadini alle imprese, passando per i professionisti – hanno più tempo a disposizione per comunicare all'agenzia delle Entrate i dati necessari alla predisposizione del 730 precompilato. Quali dati? I redditi percepiti dai lavoratori ma anche tutte quelle spese collegate alle varie detrazioni, tra cui, ad esempio, le rette di asili e università. Per il Modello 730 scatta quindi uno slittamento al prossimo 30 settembre, ultimo giorno utile per comunicare i dati (fino al 2019, questo, era il 23 luglio). Dunque, per via dell'emergenza sanitaria, è stata anticipata di un anno la riforma del calendario fiscale.

La scadenza per il 2020 sarà invece il 31 marzo, anche se a partire dal 2021 la data limite sarà quella del 16 marzo. Per quanto riguarda i dati delle spese che danno diritto a detrazioni o deduzioni, il termine di trasmissione passa dal 28 febbraio al 31 marzo (e questo sempre per quanto riguarda il 2020).

Non cambia il meccanismo dei rimborsi o conguagli in busta paga. Rimane tutto fissato al primo mese utile. Che cosa significa questo? Il rimborso arriverà nella prima retribuzione utile e, in ogni caso, nel mese successivo alla liquidazione del modello. Esempio: un soggetto che presenta il 730 ad aprile riceverà il conguaglio nella retribuzione di giugno o luglio. La dichiarazione precompilata, come ricorda il Corriere, sarà invece disponibile a partire dal 5 maggio. Ricordiamo che per ricevere la precompilata è necessario accedere al sito dell'agenzia delle Entrate e avere l'apposito codice Pin (da richiedere online sul sito della stessa agenzia o in ufficio).

Modello 730: le novità del 2020

Al di là del coronavirus e del calendario, il Modello 730 relativo al 2020 presenta importanti novità. Il modello cartaceo finirà in archivio mentre l'importo massimo della detrazione delle spese d'istruzione sale a 800 euro. Il contribuenti che hanno a carico figli di età inferiore ai 24 anni dovranno fare i conti con un limite di reddito complessivo alzato a 4mila euro.

Gli eredi dei contribuenti deceduti possono presentare la dichiarazione dei redditi della persona morta. In quest'ultimo caso ci sono un paio di aspetti da considerare. La persona venuta a mancare doveva essere soggetta, in vita, alla dichiarazione tramite modello 730; la possibilità riguarda solo gli eredi di persone morte tra il 2019 e il 23 luglio 2020.

I redditi da lavoro dipendente o assimilati di quei contribuenti che hanno trasferito la loro residenza in Italia dal 30 aprile 2019 concorrono alla formazione del reddito per il 30%. Tale percentuale scende al 10% se i soggetti trasferiscono la residenza in alcune regioni specifiche, tra cui Abruzzo, Campania, Puglia, Molise, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Capitolo agevolazioni eco e bonus sport. Nel primo caso le spese sostenute dal primo marzo 2020 al 31 dicembre 2021 portano in dote una detrazione del 50%.

L'ammontare delle spese non deve comunque superare i 3mila euro lordi, con una ripartizione in dieci rate nel corso dell'anno della medesima cifra. Per quanto riguarda il secondo bonus, scatta un credito d'imposta del 65% delle erogazioni per enti gestori o proprietari di impianti sportivi pubblici nei limiti del 20% del reddito imponibile.

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