Sarà un Capodanno con il Fisco ​Che cosa accadrà l'1 di gennaio

Ernesto Maria Ruffini,direttore dell'Agenzia delle entrate, ha ricordato che dall’1 gennaio il Fisco riprenderà l’invio degli atti. Tra cartelle, lettere ed accertamenti sono 31 milioni quelli pronti a partire

Sarà un Capodanno con il Fisco ​Che cosa accadrà l'1 di gennaio

Sarà un inizio d’anno amarissimo per molti italiani. Il Fisco, infatti, si rimetterà in moto. Circa 31 milioni di atti dell'Agenzia delle entrate e della riscossione fermati a metà ottobre con il decreto legge 129/20, confluito poi come emendamento al decreto legge 125/20 sulla proroga dello stato di emergenza, sono di nuovo pronti a partire. A meno di ulteriori provvedimenti del Parlamento che, però, non sembrano profilarsi all’orizzonte.

La notizia è stata ricordata da Ernesto Maria Ruffini,direttore dell'Agenzia delle entrate, nel corso di un intervento in tv. "Sono circa 12 milioni- ha spiegato- le cartelle ferme quest'anno a cui si aggiungono 8-9 milioni di atti della riscossione, più altri 10 milioni di atti delle entrate, tra avvisi e accertamento. Sono una montagna e ripartono dal 1° gennaio".

Ruffini ha sottolineato che il precedente stop al Fisco e all’invio delle cartelle era stata una scelta compiuta dal "legislatore che ha ritenuto di non dover invadere il territorio con queste notifiche per non appesantire tutta l'emergenza epidemiologica". Il piano era stato sostanzialmente confermato dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che aveva riconosciuto come la proroga, arrivata a ridosso della ripresa delle notifiche, era dovuta principalmente a questioni di salute pubblica. In pratica l'oibettivo del rinvio degli atti era doppio: si volevano evitare pericolosi assembramenti negli uffici e, allo stesso tempo, si è cercato di aiutare i contribuenti già in difficoltà economiche. Ma ora, in base alle norme vigenti, Ruffini ha ribadito che gli atti del Fisco ripartiranno da gennaio e "piano piano verranno rinotificate" e che eventuali nuovi rinvii dovranno essere decisi dal Parlamento.

Come spiega Italia Oggicon lo spostamento delle cartelle al 31 dicembre 2020 era stato stimato un impatto sul gettito della riscossione da ruolo 2020 di circa 252 milioni di euro. A questa cifra si devono aggiungere almeno altri 44 milioni derivanti dallo stop delle verifiche sulle pendenze per chi deve ricevere pagamenti superiori a 5mila euro da parte della pubblica amministrazione. Ma non è tutto. Perché ci sono altri 19,7 milioni da sommare per lo stop ai pignoramenti.

I riflessi in termini economici del rinvio erano stati proiettati su tutto il prossimo anno, in considerazione della ripresa graduale dell’invio delle notifiche. Però ora vi è anche un altro elemento da tenere in conto. Il decreto Ristori 4, che prevede il prolungamento della rottamazione, influirà sul calendario della riscossione. Ad esempio, fino al 31 gennaio sono fermi i pagamenti derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento, in scadenza dall'8 marzo al 31 dicembre 2020.

Sono rinviati all’1 marzo del prossimo anno, invece, i pagamenti delle rate 2020 delle definizioni agevolate ancora in vigore. In quest’ultimo caso non vi è il termine di tolleranza. Insomma per gli italiani si chiuderà un anno particolarmente difficile e un altro se ne aprirà in modo non molto piacevole.

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