Ci hanno rubato il futuro

Ci hanno derubato. Sono parole che sembrano forti ma non lo sono. Noi siamo quelli a cui hanno portato via fiducia, prospettive di vita, futuro. Siamo così incerti, cosi incapaci di prendere decisioni che ci ritroviamo intrappolati in un presente infinito.

Ricordate il film in cui il protagonista viveva sempre lo stesso giorno, quello della marmotta? Ebbene noi, in questo tempo, siamo nella stessa condizione: viviamo come se non ci fosse domani. Ma da che cosa deriva questa incertezza? Pensate a quante notizie negative ci colpiscono ogni giorno. Banche che falliscono, tassi d'interesse sotto zero, disoccupazione, i figli che gravano a lungo sui bilanci familiari, le persone anziane che hanno bisogno di assistenza. E poi la politica, i dazi cinesi, perfino i tweet di Trump rischiano di pesare sulla nostra quotidianità. Tutto questo ci fa vivere in un clima di costante insicurezza. E siccome viviamo male il presente, proiettiamo questo malessere nel futuro. Noi lo immaginiamo e, per farlo, partiamo da ciò che viviamo oggi. Ma il futuro ci presenterà il conto che non saremo in grado di onorare. Sono 1.500 i miliardi lasciati in conto corrente. È denaro che non cresce, che non lavora per noi, denaro che non basterà a pagare le nostre pensioni, che non sarà sufficiente a gestire i cambi dettati dai nuovi trend demografici.

Per guardare con fiducia al futuro dobbiamo comprendere come il tempo che viviamo oggi non sia poi così male, anzi. Pensate: nel '90 i poveri nel mondo erano 1,8 miliardi, su una popolazione di 5,5 miliardi. Oggi sono 778 milioni, su una popolazione di 7,7 milioni e saranno 300 milioni, quando nel 2030 saremo in oltre 9 milioni.

Siamo sicuri che le cose stiano davvero andando così male? Chi dice che ieri si viveva meglio di oggi, guardi ai fatti, alle differenze e si riappropri di verità che gli permettano di guardare al domani con fiducia.

leopoldo.gasbarro@me.com

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