Conti correnti, cosa c'è da sapere sui tassi negativi

Cosa sono i tassi negativi sui conti correnti e cosa c'è da sapere

Conti correnti, cosa c'è da sapere sui tassi negativi

Dal 2020, come ha ricordato IlGiornale, sui conti correnti superiori a 100mila euro, Unicredit applicherà tassi di interesse negativi sui depositi. Lo ha comunicato ieri l'Ad del gruppo bancario, Jean Pierre Mustier, e la decisione potrebbe aprire una fase del tutto nuova del rapporto banca-clienti.

Innanzitutto occorre definire coso sono i tasse negativi, o meglio cosa significa averli. Chi compra titoli di Stato o deposita una certa somma in banca deve pagare qualcosa. Alcuni paesi adottanto già questa procedura (Germania, Svizzera e Danimarca) e nonostante possa sembrare assurdo pagare per lasciare i nostri soldi, il tasso di negatività permette di renderli particolarmente sicuri, in quanto i livelli di eventuale svalutazione sono controllati e per questo motivo il risparmiatore è disposto a pagare.

In Germania ha iniziato con questa procedura Berliner Volksbank e Raiffeisenbank im Oberland che hanno applicato un tasso del -0,5% su depositi superiori a 100.000 euro. In Svizzera, invece, è stata la Ubs ad applicare questa misura sulle giacenze superiori ai 2 milioni di franchi svizzeri, con un tasso negativo dello 0,75%, identica a quella applicata dalla Banca nazionale svizzera sui depositi. Le danesi Jyske Bank e Sydbank si muovono sulla stessa linea con il -0,75% applicato dalla locale Banca centrale.

Questo provvedimento serve, dunque, ad evitare che i depositi perdano valore, ma la decisione dell'Ad di Unicredit ha aperto una nuova pagina sui cui sono scettici altri gruppi come Mediobanca: "Non si vede come il trasferimento di tassi negativi sulla base di clienti possa stimolare gli investimenti, dato che a spingerli sono ragioni industriali piuttosto che una logica finanziaria. Siamo scettici anche sui possibili benefici per la redditività delle banche, poichè l’applicazione di tassi negativi potrebbe scatenare una concorrenza più intensa sui prezzi, specialmente sui prestiti alle imprese e in particolare in un paese come l’Italia in cui la crescita dei prestiti è ferma da anni". Se applicata su altre tipologie di giacenze, in effetti, le ripercussioni sui contributi potrebbero essere alti; ad esempio, con i tassi negativi su 10.000 euro fermi sul conto corrente in 5 anni diventano 8.000 euro.

Anche in relazione ai mutui ci sarebbero degli effetti, ma non necessariamente negativi. Ad esempio Jyske Bank, terza banca danese, è stata la prima in Europa a offrire mutui ipotecari a un tasso di interesse negativo, pagando di fatto i suoi clienti per prendere in prestito denaro per l’acquisto di una casa. In sostanza i suoi clienti saranno in grado di contrarre un mutuo a tasso fisso a 10 anni con un tasso d’interesse di -0,5%, il che significa che rimborseranno meno dell’importo preso in prestito.

Questo è dovuto alla paura dei risparmiatori a investire e per questo motivo, alcune banche sono disposte a prestare denaro a tassi negativi, accettando una piccola perdita piuttosto che rischiare una perdita maggiore prestando denaro a tassi più elevati che i clienti poi non riescono a soddisfare.

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