«I tassi negativi verranno trasferiti ai clienti di Unicredit con depositi ben al di sopra di 100mila euro a partire dal 2020. In ogni caso offriremo ai clienti soluzioni alternative ai depositi come ad esempio investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo», ha annunciato ieri l'ad dell'istituto, Jean Pierre Mustier, in un'intervista alla Tv francese Bfm Business. Rilanciando il tema sollevato lo scorso 3 ottobre a livello di settore nel suo discorso d'esordio all'European Banking Federation, l'Abi delle banche europee, di cui è presidente da luglio. Le dichiarazioni di ieri hanno però tutt'altro peso. Perché questa volta ha parlato come ad della banca specificando che il cantiere è stato aperto nei diversi paesi dove il gruppo è presente, «affinché siano a regime l'anno prossimo».
Tutto nasce dal fatto che la Bce lo scorso mese ha tagliato i tassi sui depositi a -0,50% dal -0,4% rendendo ancora più costoso per gli istituti parcheggiare la propria liquidità presso l'Eurotower. Una misura decisa dal governatore Mario Draghi per spingere gli istituti dell'Eurozona a fornire credito a famiglie e imprese in una fase di crescita anemica nell'area.
Bisogna però evitare, secondo Mustier, che i tassi negativi si fermino nei bilanci bancari così da non inceppare quello che i banchieri centrali chiamano meccanismo di trasmissione. Per assorbire l'impatto è dunque necessario che gli istituti adottino delle misure, «proteggendo i clienti più vulnerabili che sono coperti dal fondo di garanzia dei depositi e poi caso per caso, si possono trasferire i tassi negativi sulle grandi imprese o su certi grandi clienti», dice Mustier, cui la banca potrebbe offrire alternative, come investimenti in «fondi di tesoreria» che abbiano obiettivi di rendimento prossimi allo zero, anziché avere dei tassi negativi sui depositi.
Oltreconfine alcune private bank svizzere stanno introducendo tassi negativi sui conti di persone fisiche che dispongono di ingente liquidità depositata. In Germania la Berliner Volksbank ha annunciato nella seconda metà di settembre la decisione di richiedere un tasso di interesse negativo dello 0,5 percento su depositi a partire da 100mila euro a partire dal primo ottobre. Aggiungendo che è disposta eventualmente «a effettuare trattative private». Altre due banche tedesche (la Raiffeisenbank Oberland e la Volksbank Ettlingen) hanno deciso di applicare il -0,5% a partire da 250.000 euro. In Francia le private bank hanno iniziato a muoversi in questa direzione, mentre le banche commerciali lo trovano ancora un tema troppo spinoso.
Anche in Italia quello di Unicredit sembra una mossa isolata: Intesa Sanpaolo al momento non ha preso iniziative e anche altre banche come il Banco Bpm non starebbero lavorando su misure simili. Mustier non è inoltre entrato nel dettaglio sulle modalità tecniche. Potrebbe trattarsi anche di un onere diverso al tasso negativo vero e proprio (per esempio in forma di commissione).
Si tratta di
un territorio inesplorato anche dal punto di vista normativo: si dovrebbe verificare il rispetto del Testo Unico Bancario, del Codice Civile, oltre che il principio della tutela del risparmio prevista dalla Costituzione.
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