Un contratto che premia i lavoratori

Sileoni (Fabi): "Negoziato difficile e complesso ma così garantiamo il futuro dei bancari"

Un contratto che premia i lavoratori
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La firma del contratto nazionale dei bancari tra Abi, Intesa Sanpaolo, Fabi e gli altri sindacati di categoria non ha solo segnato un miglioramento del reddito per i 270mila lavoratori del settore bancario, ma ha anche scongiurato il rischio di frammentazione del comparto. I cinque mesi di difficili trattative sono stati, infatti, caratterizzati dall'incertezza sull'esito del confronto fino all'ultimo momento. La conclusione, tuttavia, è stata positiva: a regime, i dipendenti degli istituti avranno una busta paga più pesante di 435 euro medi mensili. Si tratta del maggior aumento salariale del settore, un record. Il contratto, che scadrà a marzo 2026, stabilisce già dal mese di dicembre la prima tranche di 250 euro, a cui si aggiungono gli arretrati da luglio, ovvero circa 1.250 euro e la tredicesima, anch'essa maggiorata degli aumenti. Il nuovo contratto prevede, inoltre, il pieno ripristino della base di calcolo del trattamento di fine rapporto che era stato rivisto nel 2012, in seguito alle difficoltà del Paese e del sistema bancario per la crisi dello spread.

L'aumento salariale, seppur finalizzato a recuperare l'inflazione e a riconoscere la produttività dei lavoratori, non è l'unica forza del contratto. È prevista, infatti, la riduzione dell'orario di lavoro da 37,5 a 37 ore settimanali, che potrebbero diventare un modello per altri settori. Inoltre aumenteranno da 8 a 13 le ore di formazione retribuita. Viene poi ampliato il ricorso al fondo per la nuova occupazione che, in sinergia con il Fondo di solidarietà, rafforza la capacità di sostenere la staffetta generazionale per sostenere l'occupazione. Questo strumento, fortemente voluto dai sindacati, ha permesso la sopravvivenza della categoria senza pesare sulle casse dello Stato, in quanto alimentato da lavoratori e banche. Un pacchetto di misure è dedicato alle donne, con un capitolo sull'inclusione e la parità di genere, per una maternità più tutelata con il riconoscimento del pieno trattamento economico alle donne in stato di gravidanza diagnosticate a rischio.

«Quello appena sottoscritto è uno dei più importanti rinnovi contrattuali della storia del settore bancario del nostro Paese», ha commentato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato leader del settore, aggiungendo che «è stato il negoziato probabilmente più difficile e più incerto relativamente all'esito finale» È stato, infatti necessario, ha sottolineato, «un percorso tutt'altro che in discesa, fatto di scontri, a volte aspri, al termine del quale, però, abbiamo raggiunto un accordo politicamente rilevante» per la tenuta del settore e per il futuro della categoria «a cui abbiamo ridato lustro e importanza, mentre c'era chi voleva appiattirla».

Il negoziato è stato molto difficile, perché nella fasi iniziali Intesa Sanpaolo ha revocato la delega ad essere rappresentata dal comitato affari sindacali dell'Abi. Decisiva l'apertura dell'amministratore delegato, Carlo Messina, proprio dal palco del congresso Fabi del giugno scorso, con l'ok alle richieste del sindacato e alle rivendicazioni economiche. Quindi l'accelerata, a ottobre, con le trattative sempre più serrate in seguito all'annuncio di Messina il quale ha dichiarato che, a prescindere dal negoziato, comunque avrebbe erogato gli aumenti ai suoi dipendenti entro la fine dell'anno. Il ruolo di Intesa Sanpaolo, prima banca del paese con un terzo dei dipendenti dell'intero comparto, che ha partecipato alle trattative in qualità di invitato permanente, è stato decisivo nella conclusione positiva del negoziato così come la lungimiranza politica accreditata da più parti a Sileoni.

A sua volta Ilaria Maria Dalla Riva, presidente del Casl Abi, ha avuto la capacità di condurre in porto una trattativa non facile. «In tutti i confronti complicati si parte da punti di vista diversi, ma poi prevale la volontà di raggiungere lo scopo», ha chiosato Dalla Riva, prima donna a presiedere il Casl.

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