Sconto sulle auto italiane: cosa può cambiare

La misura è proposta da un gruppo di parlamentari con in testa il deputato della Lega Riccardo Molinari, primo firmatario di una proposta di legge

Sconto sulle auto italiane: cosa può cambiare

Una nuova proposta di legge per dare una mano ai produttori di automobili costruite in Italia. A suggerire la nuova misura, che prevede una serie di incentivi, un gruppo di parlamentari con in testa il deputato della Lega Riccardo Molinari, primo firmatario. È iniziato l’iter alla Camera per il programma di sgravi destinato alla filiera delle autovetture italiane. L’idea, come riporta Milano Finanza, è di garantire un contributo del 10% sul prezzo di acquisto, fino a un massimo di 8 mila euro, per chi acquista autoveicoli nuovi “prodotti in stabilimenti situati nel territorio nazionale, a fronte della contestuale rottamazione di un autoveicolo della medesima categoria”.

Ma come funziona l’incentivo? Il contributo viene anticipato dal venditore, il quale poi viene rimborsato dalla casa automobilistica, che a sua volta recupera gli importi come credito di imposta. Come ulteriore sostegno alle auto made in Italy, la proposta di legge prevede anche un vincolo per tutte le amministrazioni pubbliche ad acquistare o noleggiare sempre e solo veicoli prodotti in stabilimenti situati nel territorio nazionale. Le cifre sul tavolo per foraggiare la nuova misura, che è valida per ogni tipo di vettura, non sono, però, così alte: 150 milioni per il 2021, 300 milioni per il 2022 e 150 milioni per il 2023, da finanziare a valere sul Fondo per le esigenze indifferibili.

I fondi previsti dalla legge di Bilancio 2021 per gli eco-incentivi sono di 690 milioni di euro per le ibride e le elettriche e di 250 milioni per le altre tipologie di auto con fascia di emissioni comprese tra 61 e 135 gr/km, anche se il ministero dello Sviluppo ha fatto sapere di aver stanziato ulteriori 56 milioni per le auto di nuova generazione e 13 milioni per le altre tipologie.

Restano, comunque, le polemiche dei produttori di automobili nei confronti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nonostante siano stati messi a disposizione oltre 200 miliardi di risorse per il rilancio dell’economia. Le lamentele riguardano la mancata adozione di misure specifiche per incentivare la sostituzione del parco auto circolante in Italia.

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