Crisi di governo, spread, mercati: cosa può succedere adesso

Sono due le parole che tengono vigile l’udito degli operatori finanziari: Draghi e Bce. L’ottimismo non manca, tant’è che lo scudo anti-spread può persino rimanere teorico

Crisi di governo, spread, mercati: cosa può succedere adesso

Il 20 luglio sapremo quale sarà la decisione definitiva del premier Mario Draghi, le cui dimissioni, presentate lo scorso 14 luglio, sono state congelate dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Una voce evidenziata nell’agenda della Banca centrale europea (Bce) che sta per varare lo scudo anti-spread che verrà discusso il 21 luglio.

Sono entrambi eventi che hanno ovvie ricadute oltre la politica e impattano anche sull’economia.

Le conseguenze per i mercati finanziari

Prevale l’ottimismo, il premier Draghi ha sostenuto che potrebbe fare un passo indietro davanti a un nuovo patto di fiducia e, a prescindere da ciò, i mercati italiani non hanno mai creduto fino in fondo a un avvicendamento nell’esecutivo, tant’è che venerdì 16 luglio tutti gli indici borsistici hanno registrato “il segno più”. La questione esce però dai patri confini e tiene banco anche sui mercati internazionali, così come crea apprensione la politica monetaria della Bce che, per il momento almeno è fumosa, al contrario di quella della Banca centrale americana, la Fed, che non lascia niente di sottinteso.

I mercati sono preoccupati anche per il destino del Recovery fund, comparto di fondamentale importanza per gli investimenti pubblici e quindi per l’economia del Paese. Per l’Ue il fatto che Draghi sia al governo è già sinonimo di garanzia sia dal punto di vista del profilo dell’ex numero uno della Bce, sia per la sua capacità di attuare quelle riforme necessarie all’ottenimento dei fondi.

Fino a mercoledì 20 luglio c’è da aspettarsi che gli operatori finanziari si muovano con il piede sul freno, mostrando quella classica propensione alla prudenza che anima i mercati quando regna l’incertezza.

La questione spread e lo scudo anti-spread

La spiegazione rapida e superficiale delle ricadute dello spread Btp-Bund sull’economia italiana è semplice: più lo spread sale e più il debito diventa un costo per lo Stato, che deve alzare gli interessi con cui remunera gli investitori. Tutto denaro tolto all’economia del Paese e che potrebbe essere usato in modo diverso appannaggio della popolazione.

Gli analisti, riporta Repubblica, non temono un deterioramento del debito pubblico italiano anche se prevedono la possibilità che lo spread possa salire. Lo scudo anti-spread, ossia l’acquisto dei titoli di Stato più deboli operato con gli introiti generati da quelli più robusti, potrebbe persino essere sufficiente nella sua forma teorica. Ai mercati può bastare sapere che esiste per ritrovare la fiducia, senza che questo debba mai realmente essere messo in atto.

La crisi di governo italiana, tuttavia, potrebbe obbligare la Bce a mettere in pratica lo scudo ed è uno dei motivi per i quali gli operatori finanziari preferiscono essere attendisti, almeno per le prossime 48 ore.

Gli altri appuntamenti importanti

Oggi, 18 luglio, sono attesi i dati Istat sul commercio estero e i prezzi all’importazione di maggio. Il 19, sempre l’Istat, rilascerà i dati sulla produzione nelle costruzioni.

Il 20 luglio sarà il turno della Banca centrale cinese, Pboc, sui tassi di interesse primari e, tornando in Europa, si attendono i dati britannici della produzione e dell’inflazione di giugno. Il 21 luglio saranno rilasciati i dati settimanali sui sussidi di disoccupazione USA e, in ultimo i dati delle vendite al dettaglio di giungo nel Regno Unito.

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