E poi ci si chiede perché i risparmiatori non hanno fiducia del sistema finanziario? La recente notizia sulla Popolare di Bari, sul rapporto tra costi e utili che raccontano come la Banca Pugliese non stia in piedi da sola colpisce, come l'ennesima mannaia, il rapporto fiduciario tra il mondo delle istituzioni finanziarie e quello del risparmio. Ci chiediamo, è così difficile crescere, facendo contemporaneamente l'interesse dei clienti che ti danno fiducia? La sensazione è che in ogni settore, non solo tra le banche, il cliente non sia più centro motore dei rapporti commerciali; sovente, sembra essere più un limone da spremere che qualcuno da coccolare.
Prendiamo l'esempio del calcio in tv. A chi fa comodo l'eccesso di frammentazione dei servizi televisivi? Non certo ai tifosi che, per seguire tutte le partite della propria squadra del cuore sono costretti ad almeno due o tre abbonamenti differenti. È attenzione ai clienti questa? E non chiamatemela libera concorrenza. È ora di ridare attenzione a valori che sembrano dimenticati. Nessuno vuole parlare di volontariato o di servizi gratuiti, come quelli che a volte chiedono i clienti del mondo della finanza. Anzi sono convinto del contrario: se c'è qualcuno che fa bene il proprio lavoro in un'attività commerciale è giusto che sia remunerato. E maggiore sarà la qualità del suo livello di professionalità, maggiore dovrebbe essere il compenso che dovrebbe ricevere.
Per la serie chi vale è giusto che venga premiato.
In questo mondo in cui sembra che l'unica ricetta vincente sia quella della prevaricazione, sono sempre più convinto che a vincere saranno quelli che metteranno i loro clienti al centro, quelli che saranno in grado di coccolarli, di renderli felici e spensierati e certi che nessuno stia tentando di trasformali in «casse continue» da depredare costantemente.leopoldo.gasbarro@me.com
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