Per Delfin 1 miliardo di dividendi in arrivo

Patrimonio a 40 miliardi. Milleri: «Merito di tutti»

Per Delfin 1 miliardo di dividendi in arrivo
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Entro la fine di quest'anno la Delfin stima di incassare la bellezza di un miliardo di euro di dividendi dalle sue partecipate, un tesoro in cospicuo aumento rispetto agli 890 milioni arrivati nel 2023 e al valore più elevato di sempre. La holding della famiglia Del Vecchio, guidata dal presidente Francesco Milleri (in foto), siede sopra un patrimonio di 40 miliardi che ha come pezzi pregiati le quote in Essilorluxottica (32,2%), Covivio (27,2%), Mediobanca (19,9%), Generali (9,8%) e Unicredit (1,9%), per un valore complessivo lievitato di circa 14 miliardi di euro negli ultimi 24 mesi. Sono i numeri emersi in corrispondenza dell'assemblea dei soci di Delfin, che ieri ha approvato il bilancio 2023, «evidenziando un altro anno record per redditività e crescita del valore delle diverse partecipazioni in portafoglio», si legge nella nota della società.

«Ringrazio l'amministratore delegato Romolo Bardin e tutto il consiglio di amministrazione per i risultati raggiunti, che sono il frutto del nostro impegno per realizzare, con il sostegno della famiglia, la visione del nostro fondatore», è stato il commento di Milleri affidato al comunicato ufficiale. «Proseguiamo nel solco da lui tracciato, nel rispetto di tutte le decisioni e delle linee guida economiche ed etiche che ci ha trasmesso, con una gestione corretta e giusta delle nostre attività, orientata alla creazione di valore per i soci e per le società di cui siamo azionisti stabili e di lungo periodo». Probabile che questa frase sia riferita anche ai propositi nelle partite di Generali e Mediobanca, partite in cui Leonardo Del Vecchio era alleato con Francesco Gaetano Caltagirone per far pesare di più le ragioni dei grandi soci rispetto al management.

Intanto, manca ancora l'accordo per risolvere lo stallo sul testamento del fondatore di Luxottica. Si lavora per alzare la quota degli utili di Delfin distribuibile ai soci, oggi al 10 per cento.

Un'asticella da alzare anche per consentire di pagare le imposte di successione. Ma le interlocuzioni, che vertono anche su altri punti, non sono ancora arrivate a un accordo complessivo tra gli otto eredi.

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