Energia, i Big alla sfida green E la partita vale 150 miliardi

Focus su rinnovabili e idrogeno, le mosse di Eni, Enel e delle utility. E da gennaio stop al mercato tutelato

Energia, i Big alla sfida green E la partita vale 150 miliardi

Entra nel vivo la metamorfosi verde di utility e grandi società dell'energia quotate in Borsa: Snam, Terna, Enel, Eni, Italgas ma anche A2a, Acea, Erg, Hera e Iren, che ieri, dopo aver sciolto il rapporto con Massimiliano Bianco, ha nominato ad Gianni Vittorio Armani.

Il settore è uscito dalla crisi tra i meno penalizzati e ora ha due sfide davanti: la liberalizzazione del mercato retail e la grande corsa verde innescata dai progetti del Pnrr (il Piano nazionale ripresa e resilienza) che prevede massicci investimenti sul fronte delle energie rinnovabili, della sostenibilità, della tutela del territorio e dell'economia circolare.

Non solo, come rimarca la decima edizione del Flash Report FY 2020 sul settore Energy&Utilities di Arthur D Little il futuro del mondo dell'energia ruota intorno a tre «D»: Decarbonizzazione a favore di energie rinnovabili, Decentralizzazione proponendo nuovi modelli di business come le comunità energetiche e Digitalizzazione attraverso le smart grid.

Un cambio di rotta per il quale, secondo gli esperti, sono necessari circa 150 miliardi di investimenti entro il 2030: 70 miliardi per l'adeguamento delle reti e dei sistemi di distribuzione energetica; 55 miliardi per le generazione di nuove fonti di energia rinnovabile; circa 30 miliardi per il rinnovamento e potenziamento delle reti di trasmissione elettrica e di trasporto gas.

Insomma il settore dell'energia e delle utility promette di essere tra i più dinamici e di attirare investimenti e capitali. Per quanto riguarda la liberalizzazione, da gennaio ciascun cliente finale potrà stipulare un contratto di fornitura di energia con qualsiasi venditore, alle condizioni contrattuali che ritiene per lui più vantaggiose. È partita dunque la sfida ad aggiudicarsi i clienti. Un processo che potrebbe essere leggermente negativo per Enel, in quanto perderà parte dei clienti regolati, e leggermente positiva per le ex municipalizzate: secondo gli esperti probabili netti vincitrici di maggiori clienti, a cui praticare i margini del mercato libero nel medio termine.

Il settore del gas, Italgas in testa, si attende invece un'accelerazione delle gare per gli Atem (ambiti territoriali) per permettere di attivare significativi investimenti per la digitalizzazione delle reti (trasporto di green gas sulle reti). Il nuovo decreto è atteso in estate. Italgas è inoltre è l'unico operatore industriale in gara in Grecia. A guardare ad occasioni oltre confine sono poi Enel, Terna, Snam, A2a ed Erg, che si è già mossa in Spagna e Francia.

Un capitolo importante di questo sviluppo riguarda l'idrogeno, la cui leadership è in mano a Snam. Sulle sue applicazioni sono scesi in campo tutti i player con progetti e collaborazioni diverse. Al di là dell'Italia, dove la collaborazione è in diversi fronti (mobilità, industria) l'Enel è impegnata a sviluppare progetti per l'idrogeno «verde» in Spagna, Cile e Stati Uniti. L'Eni invece punta sull'idrogeno «blu» in Italia e nel Regno Unito. La scommessa fatta dalle due compagnie, oltre che a ridurre l'inquinamento ambientale, punta sulle potenzialità dello sviluppo e sulla convenienza della produzione dell'idrogeno «verde», che nei prossimi anni potrebbe risultare estremamente vantaggioso in termini economici.

Nell'ambito della mobilità green, Enel ma anche Eni, Snam e Terna si stanno concentrando sulla produzione di energia pulita, la pianificazione della

rete di distribuzione e lo scambio di energia dai veicoli alla rete. Ma in campo ci sono anche tutte le utility da A2a ad Acea. Tra le più avvantaggiate visto che il Recovery Fund ha messo al centro i loro business storici

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