Salute, lusso e tecnologia sono i tre settori a cui Exor guarda per nuovi investimenti. E, a questo proposito, saranno 9 i miliardi che la holding avrà a disposizione nel 2022, una volta chiusa, entro la fine di quest'anno, la vendita di PartnerRe a Covéa. Dal presidente e ad di Exor, John Elkann, quindi, una precisazione d'obbligo: «Armani non è in vendita e trovo irrispettoso alimentare voci (l'interesse della stessa holding alla maison, ndr) che non hanno ragione di essere». Su Cnh Industrial e Iveco Group, prossime allo scorporo, Elkann ha ricordato che «per noi rimarranno due società importanti, con forti prospettive da realtà indipendenti». Mentre, alla domanda sulla possibilità che Stellantis abbia in programma operazioni straordinarie, il presidente della «cassaforte» di casa Agnelli ha sottolineato che «il gruppo, sia come bilancio sia come capacità di generare risorse, ha un piano di sviluppo autonomo». Su quanto potrebbe pesare per Stellantis e Ferrari il doppio problema rappresentato da crisi dei chip e variante Omicron, per Elkann è premature dare una risposta.
Ieri, per la holding d'investimenti il cui valore è rappresentato per i due terzi da Ferrari, Stellantis e Cnh Industrial, è arrivato l'appuntamento con l'«Investor Day». «Dai proventi della vendita di PartnerRe - ha subito precisato Elkann - avremo 10 miliardi di euro di disponibilità nella prima metà del 2022 e vorremmo utilizzare queste risorse in un buy back per remunerare i nostri azionisti per 500 milioni e ridurre il debito dagli attuali 4,5 a 4 miliardi. Ci resteranno, a quel punto, 9 miliardi da investire nelle società che già abbiamo e in quelle che selezioneremo».
Exor, in proposito, resta comunque aperta anche ad altri settori e ad allargare geograficamente il proprio business. Oltre a focalizzarsi su Nord America ed Europa, la holding ritiene importante poter costruire ponti con l'Asia e anche con la Cina. «Quello che conta per noi - ha rimarcato Elkann - è costruire grandi imprese e poterlo fare con grandi persone. L'elemento umano, infatti, è sicuramente quello che noi riteniamo essere estremamente distintivo in ciò che facciamo».
Chiarita la posizione su Armani («è una società indipendente e molto solida a livello patrimoniale, guidata da uno dei più importanti imprenditori italiani»), Elkann si è soffermato su Iveco Group in vista dello spin-off che scatterà l'1 gennaio 2022. Sull'ipotesi di aggregazioni future, il presidente di Exor ha affermato che «importante è che Iveco si sviluppi in maniera autonoma; ciò che esiste è una società industriale che sarà una delle più importanti basate in Italia e pronta ad affrontare un futuro con tantissime opportunità che il mondo del trasporto sta offrendo grazie alla transizione ecologica».
Sul tema green un accenno anche a Stellantis, «gruppo proiettato nel futuro della mobilità del Ventunesimo secolo, unica chiave per avere basi forti in Italia e nei Paesi dove operiamo».Infine, ha tagliato corto Elkann, «non esistono piani da parte della Giovanni Agnelli per immaginare di vendere quote significative di Exor».
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