Foti: "Per Fineco nessuna partnership"

Dopo un 2022 da record, gruppo focalizzato sulla crescita interna

Foti: "Per Fineco nessuna partnership"

Fineco mette a segno, anche nel 2022, utili da record (428,8 milioni + 22,8%) con i ricavi che puntano verso il miliardo (948,1 milioni, +17,8% anno su anno). Tanto che il direttore generale e ad, Alessandro Foti non nasconde l'ottimismo per il futuro. «Stimiamo una crescita solida - dice - anche per l'anno appena iniziato, così come per i prossimi». A dare slancio ai risultati il margine finanziario (+40,1% anno su anno) e l'Investing (+11,8%) grazie al crescente contributo di Fineco Asset Management, le cui masse gestite sfiorano i 26 miliardi di euro.

E anche il 2023 sembra partito con il piede giusto. A gennaio la raccolta di Fineco (in Borsa +1,6% a 16,9 euro) è stata di 746 milioni, di cui 701 milioni dal gestito. Ramo che secondo le stime, tanto nel 2023 quanto nel 2024, crescerà a 5 miliardi (3,6 miliardi nel 2022 a fronte di una raccolta complessiva di oltre 10 miliardi) con 4,5 miliardi che arriveranno con il retail da Fineco Asset Management (Fam). Fabbrica interna che è sempre più nel Dna della banca e per questo Foti esclude che per il futuro ci possano essere partnership sul modello Unicredit-Azimut. «Fam è nata per dotarci della nostra fabbrica interna che ci consentisse di essere molto efficienti e quindi - sottolinea l'ad - escludo la possibilità della creazione di partnership». Il contesto macroeconomico, caratterizzato da inflazione e tassi più elevati, potrebbe risultare favorevole Fineco. «Il sistema finanziario, al momento, è più in grado di vendere prodotti, che di offrire consulenza e per noi è un vantaggio, dal momento che invece possiamo sederci al tavolo con cliente per proporre soluzioni di investimento grazie alla nostra fabbrica interna», ha rimarcato Foti.

Il focus, piuttosto, è sull'estero con l'espansione di Fineco che prosegue secondo i piani. In Germania è previsto entro l'anno il lancio delle piattaforme di brokerage e multicurrency, poi a seguire dell'investing.

Tra gli obiettivi futuri ci sono Francia e Spagna, mentre per quanto riguarda il Regno Unito che ha visto un raddoppio dei ricavi nell'ultimo anno, «siamo vicini alla conclusione dei colloqui con le autorità britanniche per arrivare ad una configurazione definitiva. La nostra proposta - spiega Foti - prevede la creazione di una controllata snella con sede in Gran Bretagna».

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