Fsi e il fondo del Qatar puntano su Cremonini

La società produce anche salumi, ma per gli arabi non è un problema. Il loro statuto vieta di investire solo in alcolici e nel gioco

Fondo strategico italiano e fondo sovrano del Qatar alleati puntano sull'alimentare per il primo investimento in comune: la scelta è caduta sul numero uno delle carni, Cremonini. I due fondi hanno infatti investito attraverso la joint-venture paritetica, Iq Made in Italy Investment Company, circa 165 milioni per rilevare il 28,4% di Inalca, la società di Cremonini specializzata nella produzione di carni bovine e prodotti trasformati. L'investimento avverrà con un aumento di capitale in Inalca per 115 milioni e, per la parte residua di 50 milioni, attraverso l'acquisto di azioni della società possedute da Cremonini. Alla fine dell'operazione, il gruppo emiliano manterrà il controllo col 71,6%. In futuro, oltre alla famiglia Cremonini, Fsi, Qatar Investment Authority e Kuwait Investment Authority (tramite Fsi Investimenti, di cui detiene il 23%), l'azionariato di Inalca potrebbe essere allargato ad altri investitori internazionali. Curiosità: la società produce anche salumi, ma il fondo sovrano del Kuwait può investire ovunque, tranne bevande alcoliche e giochi d'azzardo.Fsi cercava da tempo un'occasione per investire nel settore alimentare, considerato di interesse nazionale: Cremonini, che ha un grande potenziale di crescita Oltreconfine, è apparso il candidato ideale. Inalca, in particolare, realizza all'estero più del 50% del fatturato (circa 1,5 miliardi in tutto), con una presenza importante in Russia e nei Paesi africani attraverso impianti e piattaforme distributive. Ora svolgerà il ruolo di catalizzatore per la promozione del made in Italy alimentare nel mondo. «Quello in Inalca - commenta Maurizio Tamagnini, ad di Fsi - è il primo investimento della joint venture fra Fsi e Qatar Holding. Il settore alimentare italiano esprime numerose eccellenze che possono crescere con l'intervento di capitale di rischio di lungo periodo. Questo investimento è inoltre a supporto della distribuzione alimentare estera del made in Italy, le cui potenzialità sono enormi».

Soddisfatto anche Vincenzo Cremonini, ad del gruppo emiliano: «La struttura dell'operazione, attraverso un aumento di capitale, ci consente di accelerare i nostri piani di investimenti e acquisizioni in Italia e all'estero».

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