Alla fine il cda delle Generali ha votato a maggioranza la cooptazione di Stefano Marsaglia, con la contrarietà dei consiglieri di minoranza Flavio Cattaneo e Marina Brogi. Marsaglia è stato l'unico tra i nomi messi ai voti a non subordinare l'accettazione dell'incarico al voto unanime del consiglio, pur dicendosi pronto a farsi da parte qualora la sua nomina risultasse illegittima. Dunque sarà lui a sostituire in cda il dimissionario Francesco Gaetano Caltagirone dopo quasi due mesi di tentativi.
La nomina di Marsaglia (ex manager di Mediobanca) è di fatto un successo della maggioranza, con il presidente Andrea Sironi che è riuscito a cooptare un consigliere all'interno della lista di minoranza diverso da Luciano Cirinà, l'ex manager licenziato e in causa con l'azienda dopo essersi candidato come ad della lista Caltagirone nell'assemblea del 29 aprile. Di certo, però, visto il voto contrario dei consiglieri di minoranza, non si è trovata una vera mediazione che mettesse d'accordo tutti.
Alla base c'è uno Statuto scritto male, che si presta a interpretazioni non univoche. L'articolo della discordia è il 28.13, che al primo punto prevede, in caso di cessazione di un consigliere di minoranza, la sostituzione «nominando consigliere il primo dei candidati non eletti della lista alla quale apparteneva l'amministratore cessato, purchè sia ancora eleggibile e disponibile ad accettare la carica ed appartenente al medesimo genere». All'indisponibilità di Claudio Costamagna, il primo dei non eletti, la minoranza riteneva logica la cooptazione di Cirinà, in lista subito dopo Costamagna. Il comitato nomine, guidato da Sironi, però ha dapprima proposto Roberta Neri - una donna, quindi non dello stesso genere - che ha poi rifiutato per il voto contrario dei consiglieri di minoranza. E quindi, dopo aver sondato tutti gli altri, ha raccolto la sola disponibilità di Marsaglia. La nomina è stata approvata anche dal Collegio Sindacale, composto da membri indipendenti. Ed è considerata legittima dalla maggioranza, che secondo una sua lettura dello statuto ritiene di non essere obbligata a seguire il criterio dello scorrimento della lista, dopo aver registrato l'indisponibilità di Costamagna.
Il cda, ieri, ha inoltre votato a maggioranza - con contrarietà di Cattaneo e Brogi - per l'inidoneità di Cirinà a sedere in cda, supportata da pareri legali raccolti dal comitato nomine.
In risposta, però, la consigliera Brogi è intervenuta con la lettura di un parere legale critico sull'esclusione di Cirinà.I consiglieri di minoranza adesso potrebbero anche impugnare la delibera del cda o fare esposti alle autorità di vigilanza competenti: Consob e Ivass. E, in quel caso, la vicenda non potrebbe dirsi conclusa.
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