Il governo è pronto ad azionare il golden power in relazione alla vicenda Beko. «Quello che occorre fare è pensare alla diversificazione approfittando del golden power, che non è altro che uno strumento per comprare tempo, per fare un ponte verso una situazione diversa che in questo momento non possiamo conoscere», ha spiegato ieri il ministro Giancarlo Giorgetti (in foto) a proposito dell'azienda di elettrodomestici Beko che minaccia di chiudere i suoi stabilimenti italiani. «Io non so se arriveranno i dazi o no, se le produzioni della concorrenza, molto più sleale che leale, cambieranno - ha aggiunto il numero uno del Tesoro, intervenendo a Varese all'evento La Lombardia che vorrei - oggi quello che viene prodotto in Cina o in Turchia gode di situazioni di vantaggio che magari domani non ci saranno più. Con Trump strumenti che erano desueti e fuori dalla storia tornano di attualità. In questo momento bisogna tenere duro e comprare tempo».
La multinazionale degli elettrodomestici nei mesi scorsi ha annunciato l'intenzione di chiudere due stabilimenti in Italia, di cui uno a Cassinetta (VA), con oltre 1.900 esuberi.
A seguito del tavolo aperto al ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit), la stessa Beko giovedì scorso si è detta aperta a continuare le interlocuzioni con governo, parti sociali e istituzioni locali per individuare «soluzioni concrete che rendano la produzione e le attività «sostenibili nel lungo periodo», dicendosi anche pronta a valutare un investimento di circa 300 milioni in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle proprie attività in Italia. Un nuovo vertice è atteso entro la fine di febbraio.
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