La lettera inviata il 17 gennaio a Roma conteneva la richiesta di risposte dettagliate e di un calendario preciso. Ma la risposta del governo italiano prevede impegni generici di riduzione del deficit. Non è, quindi, quanto si aspettavano negli uffici dell'esecutivo comunitario. "Abbiamo ricevuto la lettera, assieme al rapporto sui fattori rilevanti sull'andamento del debito - ha detto una portavoce della Commissione europea - ora valuteremo i due documenti". Adesso per gli italiani si prospetta una nuova pioggia di tasse e il rischio di un commissariamento.
Come ha spiegato Antonio Signorini sul Giornale di oggi, la manovra da 3,4 miliardi sarà fatta per 2,5 miliardi di nuove tasse. "La lettera specifica che l'Italia recupererà lo 0,2% di deficit extra fatto dal precedente governo con tagli della spesa per un quarto dell'importo. Poi con nuove entrate per i restanti tre quarti - si legge - c'è sicuramente la lotta all'evasione, ma anche interventi sulle accise e sull'Iva". Una stangata che, però, non avrebbe accontentato i burocrati di Bruxelles adesso stanno seriamente pensando a una procedura d'infrazione per il mancato rispetto della regola del debito. Il ché porterebbe a un restringimento della sovranità in campo economico e a uno smottamento sui principali mercati finanziaria.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha indicato il ventaglio di misure che saranno adottate: tagli di spesa che incideranno sui consumi intermedi e sui bonus fiscali, interventi sulle imposte indirette, su una o più categorie di accise e rafforzamento delle politiche recentemente adottate che hanno portato risultati soddisfacenti, in particolare sull'Iva reverse charge e split payment. Il governo ribadisce che la politica di bilancio dell'Italia è "pienamente in linea con il Patto di stabilità" e che "i risultati raggiunti sul debito possono essere considerati più che soddisfacenti". Il Tesoro sottolinea che il pil dell'Italia nel 2016 "probabilmente sarà superiore allo 0,8% stimato dal governo". L'entità dell'aggiustamento, che Bruxelles calcola nello 0,2% del pil non è ancora chiara e sarà probabilmente definita anche alla luce dei dati sul pil che l'Istat renderà noti a metà febbraio.
"Le misure - fanno sapere dal Tesoro - saranno prese all'interno dell'arco temporale del Def". Questo lascerebbe spazio al governo di negoziare con Bruxelles fino a marzo. Ma l'ambiguità dei tempi ha già messo in allarme il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. A fine febbraio, come ventila anche Repubblica, potrebbe potrebbe già avviare la procedura di infrazione pubblicando il rapporto sul debito italiano. Il primo passo verso il commissariamento. "Sarebbe estremamente allarmante"
608px;">, s è limitato a commentare Padoan annunciando che "gli interventi" arriveranno "entro aprile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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