"Intesa distribuirà ai soci un cedolone di 7 miliardi"

Secondo trimestre oltre le attese, balzo dei profitti a quota 4,8 miliardi. Riviste al rialzo le stime su 2024 e 2025

"Intesa distribuirà ai soci un cedolone di 7 miliardi"
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Ottime notizie per gli azionisti di Intesa Sanpaolo. Grazie a un secondo trimestre chiuso con numeri superiori alle attese (2,47 miliardi di euro di utili contro i 2,3 previsti dagli analisti), i profitti semestrali sono arrivati a quota 4,8 miliardi (+12,9% sui primi sei mesi di un anno fa) per una guidance ritoccata al rialzo sia per quest'anno che per il prossimo a «oltre 8,5 miliardi». Il che significa, in prospettiva, più dividendi per i soci della prima banca italiana. «Nel 2024 remunereremo gli azionisti con distribuzioni totali di oltre 7,4 miliardi», ha affermato l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, «incluso il riacquisto di azioni proprie avviato in giugno e il dividendo infra-annuale che verrà distribuito a novembre di 3 miliardi».

La notizia ha galvanizzato il titolo in Borsa, che infatti è stato tra i migliori con un progresso del 3,5% a 3,79 euro per azione. Intesa ha raggiunto 69,4 miliardi di capitalizzazione, divenendo il titolo che vale di più del Ftse Mib. Non solo: si è portata a un passo da Santander (69,9) e Bnp Paribas (72,6), creando un terzetto al comando delle banche dell'Eurozona. Apprezzata dal mercato anche un'altra promessa di Messina: «A fine anno saremo in grado di sottoporre al cda un'ulteriore tranche di buyback». Il numero uno di Intesa ha affermato che «nel primo semestre del 2024 ci confermiamo leader a livello europeo, una banca in grado di svolgere un ruolo unico a favore dell'economia reale».

Tra le pieghe del bilancio si nota che il gruppo ha entrambi i motori tipici dei ricavi di una banca che si mantengono in crescita: gli interessi netti, infatti, sono aumentati nel semestre del 16,2% a 7,9 miliardi; ma sono lievitate anche le commissioni a 4,6 miliardi (+6,9%). Le due voci sono in aumento anche rispetto al primo trimestre 2024, periodo nel quale si è verificato il primo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea che a quanto pare non ha impattato sulla redditività della banca. Il quadro generale ha portato a proventi operativi migliorati del 9,6% a 13,6 miliardi.

L'attuazione del Piano di Impresa 2022-2025, ha proseguito Messina, «procede a pieno ritmo». Per il 2024, «si prevede una solida crescita dei ricavi, trainata da un ulteriore aumento degli interessi netti (attesi a circa 15,5 miliardi) e da un incremento delle commissioni nette e del risultato dell'attività assicurativa basato sulla leadership del gruppo nell'attività di wealth management». L'istituto ha migliorato anche la sua posizione patrimoniale: «Il flusso ai minimi storici degli Npl porta il costo del rischio annualizzato a 26 punti base, accompagnato da un aumento delle coperture», sottolinea il ceo. «La robusta generazione di capitale ci rafforza ulteriormente: il Cet1 ratio al 30 giugno è superiore al 13,5%, già considerando la completa esecuzione del buyback di 1,7 miliardi in corso».

Infine, una battuta sul consolidamento del settore bancario: «Saremmo l'acquirente ideale per le banche italiane, ma è una

missione impossibile, con la nostra quota di mercato», ha detto Messina. Tuttavia «ci sarà senz'altro qualche forma di consolidamento e aggregazione, ma dipenderà dall' atteggiamento delle banche con capitale in eccesso».

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