Juve, bilancio da riscrivere. "Ma non siamo d'accordo"

Il vertice del club contesta i rilievi mossi dalla Commissione che boccia le "operazioni incrociate". Il debito verso Ronaldo

Juve, bilancio da riscrivere. "Ma non siamo d'accordo"
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Faremo quanto la Consob ci chiede perché la legge ci obbliga a tanto, ma non siamo per nulla d'accordo con le sue conclusioni in quanto «i suoi rilievi si basano su interpretazioni di elementi soggettivi e applicazioni di regole contabili, giudizi e valutazioni che Juventus non condivide». Più chiaro di così non poteva essere il vertice della Juventus che venerdì notte ha diffuso la nota con la quale ammette che la Commissione guidata da Paolo Savona ha mosso diversi rilievi al bilancio chiuso il 30 giugno 2022 perché «non conforme ai principi contabili attualmente in vigore». A quell'epoca il cda bianconero era composto da 10 membri, il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, il ceo Maurizio Arrivabene e il gruppo di amministratori tra i quali due figure, in particolare, avrebbero giocato un ruolo determinante nel «far saltare il banco»: Daniela Marilungo, che presentò le dimissioni «per l'impossibilità di esercitare il mandato con la dovuta serenità e indipendenza e di non poter agire informata», e l'altra dimissionaria Suzanne Heywood, donna chiave nel sistema Exor cui fa capo il club. Fu il primo segnale di allarme che evidentemente non venne non recepito. Sicché oggi nel mirino dei vigilanti è finito anche il consolidato semestrale al 31 dicembre 2022. Pur con tutte le riserve esplicitate nella nota ufficiale, la società bianconera «al fine di ottemperare alla delibera della Consob provvederà a pubblicare situazioni economico-patrimoniali pro-forma consolidate, corredate dei dati comparativi, che tengano conto dei rilievi formulati dall'autorità». Come già comunicato dalla Juventus il 6 ottobre scorso, le criticità rilevate dalla Consob riguardano in primo luogo 16 operazioni di compravendita di diritti alle prestazioni sportive di calciatori effettuate con la medesima controparte, e pertanto «incrociate», di cui 15, risalenti agli esercizi 2019-2020 (10 di esse) e 5 al 2020-2021 e una di competenza propria dell'esercizio 2022-2023. In secondo luogo le anomalie riguardano la rilevazione delle passività e il criterio di contabilizzazione dei costi in seguito alla conclusione di accordi con il personale tesserato nell'ambito delle cosiddette «manovre stipendi» realizzate nelle stagioni sportive 2019-2020 e 2020-2021, profili peraltro già oggetto di un precedente procedimento. In tal senso resta aperta la questione Ronaldo a proposito dei 20 milioni richiesti dal portoghese, cifra mai messa in bilancio. In ultimo luogo, andranno chiariti gli effetti contabili da ricondurre ad alcuni «promemoria» o «memorandum» attinenti ad operazioni di calciomercato realizzate negli esercizi 2017-2018, 2018-2019 e 2019-2020, che hanno prodotto plusvalenze di vario importo nei diversi bilanci oltre che debiti verso altri club («rapporti di partnership» con diverse squadre).

Di numeri nella nota della Juventus non si parla, anche perché per i valori definitivi si dovranno attendere le valutazioni del caso. Ma secondo una prima stima, pur non confermata dal club, gli spostamenti da una voce all'altra del bilancio, necessari per ottemperare alle richieste della Consob, potrebbero mobilitare circa 150-200 milioni (senza trascurare l'eventualità di nuove perdite).

Le variazioni non saranno però ricomprese nel bilancio che l'assemblea è chiamata ad approvare il 23 novembre, chiuso con una perdita di 123,7 milioni, insieme con un aumento di capitale di 200 milioni che Exor sottoscriverà per la sua parte (128 milioni) anche con versamenti in conto capitale. Si tratta della terza operazione di questo tipo dal 2019: i due aumenti precedenti erano stati di 300 e 400 milioni. Quanto al bilancio modificato, il cda dovrà approvare una nuova versione del documento che sarà sottoposto a un'apposita assemblea dei soci da convocare prossimamente.

Va segnalato che in meno di due mesi la quotazione della Juventus ha perso oltre un terzo del suo valore e attualmente la società capitalizza 630 milioni, una cifra lontanissima da quelle colossali dei club inglesi, a significare una crisi mortificante che non è soltanto finanziaria ma soprattutto di immagine, con un secolo di Agnelli e Juventus celebrato nei tribunali.

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