In Italia sono 5,2 milioni le famiglie che vivono in affitto (il 20,5% del totale). Il costo medio di una pigione, calcolato da Unione italiana del lavoro (Uil) è di 538 euro al mese, pari a un quinto del potere di acquisto di una famiglia (il 19,9%).
Numeri che fanno riferimento a un appartamento di 100 metri quadri accatastato come abitazione civile (A/2) ed economica (A/3) in zone semi centrali nelle città capoluogo di provincia. Scavalcando il valore medio nazionale, che comprende valori di entità molto diverse, si scopre che il Paese è diviso in due.
L’affitto medio a Roma e a Caltanissetta
A Roma gli affitti più alti, a Caltanissetta quelli più bassi. Nella capitale il canone mensile è di 1.415 euro (pari al 52,4% del budget famigliare) mentre nel comune siciliano è di 218 euro.
Milano è la seconda città d’Italia per costo dei canoni, il cui valore è di 1.358 euro (50,3% del potere d’acquisto di una famiglia).
Il report, redatto dalla Sezione lavoro, coesione e territorio dell’Uil, mostra che tra le 10 città più care ce ne sono 4 toscane (Firenze, Pisa, Prato e Carrara) ma va anche notato che tra Carrara, ovvero la decima città per prezzo degli affitti, e Roma (la più cara) c’è una differenza di oltre il 45%. Ciò che a Carrara costa 773 euro a Roma ne costa 1.415.
Dato ancora più interessante, al di là del costo degli affitti, è quanto questi incidano sui redditi famigliari. A Roma e a Milano (rispettivamente con un peso sul budget del 52,4% e del 50,3%) i canoni di locazione assumono un peso notevole che non ha simili nel resto d’Italia.
Gli aumenti
Secondo l’indice Foi pubblicato dall’Istat che elabora i prezzi al consumo, ad agosto i prezzi sono aumentati dell’8,1% e questo, se ribaltato sulle locazioni, si traduce in un aumento di 32,70 euro per una pigione di 538 euro, ossia 392 euro ogni anno.
La segretaria confederale Uil Ivana Veronese porta l’attenzione sul fatto che quella abitativa è una voce che incide non poco sui budget dei cittadini e che il costo delle abitazioni va a sommarsi a quello delle bollette.
La speranza è quindi quella, conclude Veronese, che i salari e le pensioni vengano adeguate ai reali costi della vita.Parallelamente, chi è costretto a vivere fuori sede o ha figli all’università, è confrontato con un aumento – in alcuni casi insostenibile e ingiustificato – dei canoni di locazione.
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