L’Italia chiede che il veto Ue sulle auto benzina e diesel slitti al 2040

Il governo ha chiesto a Bruxelles che la rimodulazione degli obiettivi per le emissioni, non più al 100% entro il 2035 ma entro il 2040

L’Italia chiede che il veto Ue sulle auto benzina e diesel slitti al 2040

Con un documento sottoscritto insieme alla Bulgaria, al Portogallo, alla Romania e alla Slovacchia, il governo italiano ha chiesto che l’obiettivo del 100% delle emissioni zero entro il 2035 venga ridotto al 90%, spostando l’obiettivo massimo in là di cinque anni, ovvero al 2040.

L’Esecutivo ha di fatto chiesto una deroga a uno degli otto pacchetti contenuti nel piano Pronti per il 55% (Fit for 55) approvato dal Parlamento europeo lo scorso 9 giugno che prevede lo stop alla vendita di automezzi e furgoni diesel e benzina dal 2035. Una rimodulazione che, in altre parole, lascia spazio del 10% ai veicoli inquinanti.

L’opinione del ministero dello Sviluppo economico

Il ministro Giancarlo Giorgetti ha espresso un punto di vista che può essere riassunto così: benché sia positivo battersi per la causa ambientale, non lo si può fare a discapito della responsabilità economica e sociale. L’invito è quello di ripensare ai tempi con l’Europa intende raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

L’opinione degli altri ministeri

La linea del Mise non è condivisa da Enrico Giovannini (ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) mentre gli altri dicasteri coinvolti sembrano sposare l’opinione del ministro Giorgetti. Critiche alla richiesta di spostare il bando al 2040 sono arrivate anche da Veronica Aneris, direttrice di Transport & Environment Italia che ha pubblicamente chiesto al premier Mario Draghi quanto abbia a cuore l’ambiente, sottolineando che contare sull’appoggio della Bulgaria e della Romania non è affatto saggio per un governo che sponsorizza in molti modi la transizione green.

Il rischio di spaccatura

In Germania le divergenze stanno lasciando segni nel governo. Il ministro delle Finanze Christian Lindner ha usato toni meno morbidi di quelli del ministro Giorgetti, palesando senza mezzi termini l’intenzione di opporsi alla decisione europea e causando una frattura nella maggioranza.

Tensioni simili sugli argomenti ambientali non sono del tutto avulse neppure a Bruxelles laddove, nel corso del 2021, l’entusiasmo della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per la compattezza mostrata dall’Europa nel contrastare l’emergenza climatica è stato in parte smorzato dal vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, preoccupato anche che la linea della sostenibilità a tutti i costi potesse lasciare indietro qualcuno. Nel caso specifico occorre capire quali Paesi siano davvero pronti a una mobilità sempre più elettica.

L’opinione delle case automobilistiche

Bmw, Mercedes e Volkswagen sostengono il veto a partire dal 2035, più vaga la posizione del gruppo Stellantis (che controlla tra le altre Fca Italy, Fca Us, Maserati, Opel e Peugeot) anche

se, notizia fresca di giornata, ha comprato l’8% di Vulcan Energy, azienda australiana che fornisce tecnologie per la transizione all’elettrico e il cui titolo azionario, mentre scriviamo è salito del 26%.

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