Stop a benzina e diesel, Italia per il rinvio al 2040

Una cordata di Paesi contraria al salto alle sole auto elettriche dal 2035. Ambientalisti infuriati

Stop a benzina e diesel, Italia per il rinvio al 2040

Il 28 giugno, data fissata per la riunione del Consiglio Ue Ambiente, si avvicina e a surriscaldarsi è anche il clima all'interno dei governi. Al centro della discussione sarà, infatti, il recente «sì» dell'Europarlamento al «tutto elettrico» dal 2035. Restano, però, forti resistenze, tra cui quelle di Italia e Germania. In proposito, circolerebbe sulle scrivanie del Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati Ue, una bozza riservata in cui l'Italia appoggia la richiesta di Bulgaria, Romania, Portogallo e Slovacchia di posticipare al 2040 l'uscita di scena dei motori endotermici (benzina, Diesel, ibridi, Gpl, metano). Possibilità che sta mandando su tutte le furie gli ambientalisti. È da registrare, inoltre, la recente affermazione del ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner: «La Germania non condivide la decisione del Parlamento Ue di vietare a partire dal 2035 la vendita di auto con motori endotermici, una scelta sbagliata». La situazione, dunque, è incandescente.

Al Consiglio Ue, per l'Italia, ci sarà Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, secondo il quale «prima di puntare sull'elettrificazione si dovrebbe pensare a svecchiare il parco circolante: 40 milioni di auto, di cui oltre 12 milioni ante Euro 4». Lo stesso Cingolani, ha partecipato ieri al Tavolo Automotive, insieme al colleghi Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) con il viceministro Gilberto Pichetto, promotore dell'iniziativa, Daniele Franco (Economia), Andrea Orlando (Lavoro) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità sostenibile). Presenti una quarantina di sigle tra associazioni e aziende. In discussione i temi caldissimi del momento: la posizione italiana del governo al Consiglio Ue Ambiente e i sostegni alle aziende della filiera alle prese con la transizione green e tecnologica. Il ministro Giorgetti, nel suo intervento, ha ribadito che «come Mise, con orgoglio, siamo stati i primi a non firmare per il Cop26 di Glasgow, seguiti dai tedeschi; e ora anche altri sono alle prese con ripensamenti su tempi e modi della transizione ecologica, con la necessità di porre al centro, insieme alla battaglia green, la responsabilità economica e sociale».

A proposito di auto elettriche, i nuovi impianti di Tesla ad Austin (Texas) e a Berlino (Germania) stanno «perdendo miliardi di dollari».

Elon Musk, numero uno della Casa automobilistica, le ha paragonate a «gigantesche fornaci che bruciano denaro in questo momento». La causa: il blocco, in un porto cinese, degli strumenti per produrre batterie, problema che tocca maggiormente la fabbrica americana.

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