Nelle ore cruciali che precedono l'annuncio dell'inedita squadra di governo M5s-Lega, dagli ambienti dell'alta finanza e dell'economia internazionale giunge un'ennesima bocciatura preventiva nei confronti del prossimo esecutivo che, a meno di clamorose sorprese, si recherà in Parlamento per chiedere la fiducia delle Camere. Dopo la stroncatura di Wolfgang Munchau su Financial Times, che aveva preconizzato addirittura la "fine della democrazia liberale", è il premio Nobel per l'Economia Paul Krugman che mette in guardia sui rischi per l'ordine liberale derivanti da un eventuale insediamento a Palazzo Chigi di un governo gialloverde.
"A suo modo - scrive in un tweet - è una minaccia per l'ordine liberale paragonabile al trumpismo". Linkando l'articolo di Munchau, il Nobel aggiunge anche che "la gente non è abbastanza preoccupata per la situazione italiana".
Analizzando il quadro politico del nostro Paese, l'editorialista del quotidiano britannico aveva tracciato un inquietante paragone con la repubblica di Weimar: "Non ha senso paragonare l'ascesa dei movimenti e partiti 'populisti' e nazionalisti di oggi ai nazisti e fascisti di 80 o 90 anni fa.
Tuttavia vedo parallelismi molto più chiari tra la caduta della Repubblica di Weimar in Germania e la vulnerabilità delle élite liberali europee".Tesi dure, che però trovano anche l'appoggio di un gigante dell'economia come il premio Nobel americano.
Agree with Munchau here: people are not sufficiently alarmed about the Italian situation. In its way, it's a threat to the liberal order comparable to Trumpism here https://t.co/XZcDR0Diev
— Paul Krugman (@paulkrugman) 20 maggio 2018
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