L’economia europea stagna. Del nostro Paese, purtroppo, sappiamo tutto: la recessione c’è ed è profonda. Ma allargando lo sguardo ai 27 Stati che compongono l’Unione, si notano alti e bassi. È la Germania, con la sua crescita dello 0,5% nel primo trimestre del 2012, a salvare l’Ue dalla recessione ufficiale. Infatti nel’ultimo trimestre dell’anno scorso, l’Europa a 27 aveva mostrato una contrazione dello 0,3%, e si sa che due trimestri negativi di seguito vogliono dire tecnicamente che un’area entra in recessione. Insomma è l’economia tedesca a salvare la situazione, che pure rimane molto grave.
Tra l’altro si trascina dietro anche l’economia austriaca, che mostra un +0,2%. La secondo economia continentale, quella francese, resta al palo. Negli ultimi quattro trimestri il pil ha fatto segnare movimenti minimi (0,0%, +0,3%, +0,1%, 0,0%). Non si sbaglia a dire che la Francia non è tecnicamente in recessione, ma è senza dubbio in stagnazione. Un’altra grande economia europea, quella britannica, è in sofferenza: -0,2% nel primo trimestre di quest’anno, -0,3% negli ultimi tre mesi dell’anno scorso.
È recessione, anche al di là della Manica, e forse a Downing Street qualcuno potrebbe incominciare a chiedersi se difendere strenuamente la finanza londinese sia un gioco che valga la candela. Nella penisola iberica, Spagna e Portogallo mostrano segni negativi, ma non terrificanti. L’economia spagnola decresce dello 0,3%, cioè come nell’ultimo trimestre del 2011. Considerando il tasso di disoccupazione record e lo scoppio della bolla immobiliare, poteva andar peggio. In Portogallo il pil cala dello 0,1%, contro il -1,3% dell’ultimo trimestre 2011. Lisbona, insomma, cerca di resistere. La Grecia, al contrario, va talmente male che neppure Eurostat si sente di misurare l’entità della sua recessione. La maglia nera della decrescita in Europa va all’Ungheria, che nel primo trimestre 2012 mostra un pil in caduta dell’1,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2011.
Molto male anche la Repubblica Ceca, con un -1% tondo tondo. Fra le sorprese negative l’Olanda, il cui prodotto cala dello 0,2%, mentre i vicini belgi possono sbandierare un segno positivo dello 0,3%.
Il primato della crescita in Europa va alla Finlandia, con un +1,3% nel primo trimestre, seguita dalla Lettonia con l’1,1% e dalla Slovacchia col un +0,8%. Purtroppo si tratta di Paesi piccoli, la cui incidenza sul Pil continentale è minima. È dunque la Germania a tenere l’economia europea sopra il pelo dell’acqua, ma fino a quando?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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