L'inflazione mangia 35 miliardi dai risparmi degli italiani

«Una tassa occulta» la definisce Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi che, in una intervista a Mattina Cinque, sottolinea la gravità del tema considerando che «impoverisce il Paese e non ce ne accorgiamo»

L'inflazione mangia 35 miliardi dai risparmi degli italiani

Lasciare i 1.143 miliardi di risparmi in giacenza sui conti bancari costa alle famiglie italiane 35 miliardi di euro l'anno. È il prezzo dell'inflazione che in Italia si attesta si attesta al 3,1% rispetto al 4,1% dell'Eurozona e al 6,2% degli Usa (sui livelli più alti dal 1990). Ma i più lo ignorano. «Una tassa occulta» la definisce Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi che, in una intervista a Mattina Cinque, sottolinea la gravità del tema considerando che «impoverisce il Paese e non ce ne accorgiamo». Sileoni, paventando le conseguenze sui mutui di un eventuale rialzo dei tassi di interesse conseguente all'impennata dell'inflazione, lancia un appello al premier Mario Draghi e al presidente dell'Abi Antonio Patuanelli, affinché sia posto «un tetto, per un anno, sui tassi di interesse praticati dalle banche sui prestiti per la casa». L'inflazione, come ribadito pochi giorni fa dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, è destinata a durare più di quanto inizialmente previsto, a causa dell'impennata dei prezzi delle materie prime e delle strozzature nella catena di approvvigionamento, prima poi di ripiegare, nel medio termine, sul target fissato da Francoforte al 2 per cento. Anche se la Bce ha rinviato un eventuale aumento dei tassi di interesse (ovvero del costo del denaro) al 2023, il rally del costo della vita penalizza le famiglie italiane, erodendo il potere di acquisto dei risparmi dei conti corrente. Eppure, la pianificazione finanziaria consente di impiegare la liquidità in strumenti che ripagano l'inflazione, almeno in parte, e allo stesso tempo sono velocemente monetizzabili in caso di necessità. Insomma, non è necessario lasciare i soldi sul conto corrente per essere sicuri di poterli utilizzare all'occorrenza. Anzi, potrebbe non essere conveniente in questo particolare momento storico, in cui gli esperti si dividono tra chi vede profilarsi all'orizzonte uno scenario Anni '70 con l'inflazione galoppante e una bassa crescita economica, e i più ottimisti che si attendono una crescita e inflazione moderate con una politica monetaria accomodante.

«Cash is trash» ama ripetere Ray Dalio, fondatore del fondo Bridgewater Associates e tra i guru più ascoltati di Wall Street, che anche recentemente ha ricordato dal suo profilo social che il solo modo di aumentare il benessere è legato alla produttività, mettendo poi in guardia i suoi follower sul fatto che «individui, aziende, Paesi e imperi sono falliti quando hanno perso il loro potere di acquisito».

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