Il made in Italy vola (+16,8%). Ma salgono i prezzi import

Non c'è Covid per il made in Italy. A novembre l'export ha segnato una nuova impennata su base annuale passando dal +7,4% di ottobre al +16,8% di novembre

Il made in Italy vola (+16,8%). Ma salgono i prezzi import

Non c'è Covid per il made in Italy. A novembre l'export ha segnato una nuova impennata su base annuale passando dal +7,4% di ottobre al +16,8% di novembre. Impennata anche per l'import che tocca un marcato + 27,9% (era +19,4% a ottobre). Sono la stime sul commercio estero diffuse dall'Istat che confermano una forte ripresa dell'interscambio. Sola nota negativa arriva dall'aumento dei prezzi all'importazione che a novembre sono arrivati a +15,9%, un aumento sensibile, ma in rallentamento rispetto al balzo segnato a ottobre (+15,3% sul +12,6% di settembre). «Su base annua, la crescita dell'export interessa tutti i settori a eccezione di autoveicoli e prodotti dell'elettronica» osserva l'Istat. La crescita più sostenuta dell'export è verso l'area Ue (+19,9%) rispetto ai mercati extra Ue (+13,4%). L'import coinvolge sia l'area Ue (+21,6%) sia, in misura molto più ampia, l'area extra Ue (+37,8%). La stima del saldo commerciale rimane positivo a +4.163 milioni di euro, anche se in calo rispetto al +6.864 del novembre 2020. Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +8.156 milioni (era +8.497 a novembre dello scorso anno).

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano: prodotti petroliferi raffinati (+197,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+19,8%), sostanze e prodotti chimici (+24,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+15,8%). Le vendite in questi settori «spiegano - sottolinea Istat - circa la metà dell'aumento tendenziale delle esportazioni».

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