Le mani della Troika sull'Italia: giallo sul prestito chiesto da Padoan

Padoan al lavoro per salvare gli istituti in difficoltà. Fonti stampa: "Pronto un decreto per l'intervento del fondo Esm". Il Tesoro smentisce contatti con la Troika

Le mani della Troika sull'Italia: giallo sul prestito chiesto da Padoan

"Non c'è alcuna richiesta e non ci sono discussioni con le autorità italiane su un prestito dell'Esm mirato a mettere in sicurezza le banche italiane in difficoltà". La nota porta la firma di Wolfgang Proissl, portavoce dello European Stability Mechanism (Esm), il meccanismo di stabilità europeo altrimenti noto come "Fondo salva-Stati". Nelle ultime ore, dopo il trionfo del No al referendum costituzionale e le conseguenti dimissioni di Matteo Renzi da Palazzo Chigi, si sono fatte sempre più pressanti le indiscrezioni di un prestito chiesto dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alla Troika per salvare il Monte dei Paschi di Siena e gli altri istituti in difficoltà.

In Europa sono molti i tecnocrati che vorrebbero inviare la Troika in Italia. Giusto ieri Volker Wieland, uno dei consiglieri economici del Governo tedesco che formano il consiglio dei "Cinque Saggi", spiegava al quotidiano tedesco Handelsblatt che il nuovo governo "dovrebbe chiedere un programma di aiuti all'Esm". Per il braccio destro di Angela Merkel "anche l'Fmi dovrebbe essere coinvolto nel programma di aiuti" a sostegno dell'Italia. Il piano "da un lato rappresenterebbe uno 'scudo' in caso di crisi debitoria in Italia", dall'altro Esm e Fmi "potrebbero esercitare le giuste pressioni per sbloccare le riforme". L'esecutore di questa strategia potrebbe essere proprio Padoan che molti (a partire proprio dal commissario Ue agli Affari Economici, Pierre Moscovici) vedrebbero bene come sostituto di Renzi a Palazzo Chigi.

Nell'intervista all'Handelsblatt Wieland metteva in chiaro che "chiunque si trovi a governare il Paese in futuro, deve finalmente creare le condizioni economiche necessarie per una crescita sostenibile". E questo dovrà inevitabilmente passare anche da una soluzione definitiva del caos banche. La lista degli istituti da mettere a posto è lunga. Oltre a Mps, ci sono infatti Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, Ubi e Carige. Il decreto a cui starebbe lavorando il Tesoro prevederebbe l'intervento dell'Europa attraverso il "Fondo salva-Stati". Solo in questo modo Padoan riuscirebbe a mettere insieme quei 15 miliardi di euro che gli servono per salvare le banche in difficoltà. Il prestito, però, non sarà a costo zero. La Ue imporrà all'Italia quelle che in gergo vengono chiamate "condizionalità".

Fonti del Tesoro smentiscono le indiscrezioni di stampa sull'intenzione del Tesoro di chiedere il prestito di 15 miliardi al Fondo salva-Stati. "Non ci sono colloqui né tantomeno richieste di questo tipo", precisano. Eppure le voci di un eventuale intervento della Troika in Italia si fanno sempre più inquientanti.

Tanto che dalla Germania c'è chi mette in chiaro che, se il nuovo governo non dovesse "affrontare con forza questi problemi", l'Italia non potrà "restare a lungo nell'unione monetaria". Troika o Italexit, insomma.

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