Mediolanum supera tutti nella gara della Bce

La banca più solida in Italia, secondo i cosiddetti stress test della Banca centrale europea, è il gruppo Mediolanum

Mediolanum supera tutti nella gara della Bce

La banca più solida in Italia, secondo i cosiddetti stress test della Banca centrale europea, è il gruppo Mediolanum. L’istituto presieduto da Ennio Doris non è ancora sotto la vigilanza di Francoforte. Ma rischia, aggiungiamo noi, di esserlo tra breve. Ecco perché si è sottoposto nell’ultimo anno alle (valutazioni del suo patrimonio in un doppio scenario stressante: in entrambi i casi il suo Cet1 (indice di solidità dato dal rapporto tra capitale e attività ponderate per il rischio) è risultato non solo il più alto in Italia, ma anche il quarto più forte in tutta l’Europa. L’esercizio a cui si è sottoposta Mediolanum è ben conosciuto agli altri colossi del credito italiano. In una prima fase si vedono gli attivi della banca e su di essi si controlla che i contabili di casa nostra non abbiano fatto trucchetti. Si prende poi uno scenario macroeconomico, lo si peggiora, e si vede come possa reagire la banca. Ovviamente non si tratta di una previsione sul futuro andamento del settore, bensì di un test di laboratorio. Chi scrive ritiene la cosa, come molte altre partorite dalle burocrazie brussellesi di vigilanza bancaria, un gigantesco spreco di tempo. Questi test servono semmai a predire la possibilità di resistere ad un attacco, come lo si conosce dalle esperienze del passato. Ma grazie al cielo, esistono i cigni neri e ogni crisi, come ogni successo, ha la sua dose di originalità. In compenso, per chi traballasse nel giochetto del test di Francoforte, la crisi, quella vera, arriverebbe subito proprio in virtù delle brutte pagelle ricevute dall’Europa. Insomma, per chi passa l’esame, pazienza e si vedrà; per chi non lo passa sono guai. Una roba da pazzi.

Non ci voleva la Bce per dire che Banca Mediolanum fosse la più solida del nostro Paese. Il suo modello di business, la sua attenzione per il cliente e i suoi risultati di raccolta ci davano già qualche indizio più che sufficiente. Il paragone europeo può essere più interessante. La banca è al top. Ma anche in questo caso i criteri europei sono davvero originali. Al numero uno c’è un istituto tedesco, che si chiama Nrw. Si tratta di una banca pubblica (alla faccia della Germania liberale) controllata da una Regione, la Nord Rhein Westfalen, la cui capitale è Dusseldorf. Finanzia esclusivamente infrastrutture pubbliche e si finanzia tramite emissioni di obbligazioni garantite dal Land (AAA). In sintesi, è un istituto a carattere regionale, di proprietà pubblica che opera in un ramo di business specializzato. Non assimilabile ad una banca a carattere nazionale di proprietà privata che serve il grande pubblico dei risparmiatori retail. Tra l’altro è in corso una causa tra la Nrw Bank e le autorità europee (Commissione e Bce) per il fatto che, per la sua specifica natura, Nrw ritiene di non dover rientrare sotto la vigilanza dell’Eurotower. Ma a parte questo, la banca gode del favoloso privilegio di potersi finanziare praticamente a tassi negativi sulle sue obbligazioni. Grazie alla garanzia e al rating dello Stato tedesco.

Insomma, l’Europa prevede che tutte le banane e le vongole abbiano le stesse caratteristiche. Ma bluffa. Alcuni sono più uguali degli altri. E il fatto che una banca italiana possa aver scalato questa classifica, nonostante tutte le nostre zavorre, rappresenta un vero successo.

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