I rendimenti a zero e la lezione di Borsa

I rendimenti a zero e la lezione di Borsa

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una tabella che riassumeva con uno straordinario colpo d'occhio la situazione dei tassi dei titoli di Stato dei principali Paesi europei. Ho scoperto che in Italia per ottenere un rendimento positivo (0,07% lordo) bisognerebbe investire su una durata almeno triennale e in Germania a 7 anni per lo 0,23%. Un mondo capovolto, almeno per i risparmiatori. Eppure, nello stesso periodo in cui noi abbiamo parlato di crisi, il Mondo dell'economia reale ha continuato a correre. Lo testimonia l'andamento del pil globale. Dal 1990 a oggi la linea è crescente, sempre in positivo, eccezion fatta per il 2009.

Che beneficio possiamo avere noi risparmiatori? Il pil mondiale riflette l'andamento delle aziende del Mondo, che, finanziariamente, sono espresse dall'indice Msci, che «misura» la Borsa «mondiale»: insomma il massimo della diversificazione e il meglio della storia aziendale planetaria. Quest'indice è misurato dal 1925. Da allora, tra alti e bassi, il risultato medio annuo è stato dell'8,9%. Una crescita impetuosa che, negli ultimi 15 anni, ha raggiunto il 9,8% medio annuo. La storia del Msci ci narra che i periodi di crisi sono occasioni straordinarie per investire. Chi lo avesse fatto nel 2009, anno considerato orribile, avrebbe quasi quadruplicato l'investimento, con un rendimento medio del 16,21%. Insomma, restare ancorati ai Titoli di Stato, al mercato domestico, non solo non ci garantisce rendimento, ma ci espone a mancate crescite.

Diversificare al massimo, orientare le scelte nel lungo periodo, invece, premia. Se la storia è maestra di vita, prendiamone atto e trasformiamo il nostro futuro. Di questo si è parlato nella trasmissione Mercati Che Fare in onda, ieri, alle 16.30 su TgCom24 di Mediaset.

leopoldo.gasbarro@me.com

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