Per Moody's la Grecia è ancora in default E il rating resta "C"

Si brinda allo "swap" di Atene. Papademos obbliga tutti i creditori ad aderire. E scattano le polizze sul debito. Ma per l'agenzia è un fallimento

Per Moody's la Grecia è ancora in default E il rating resta "C"

La Grecia ha raggiunto il sospirato accordo con i creditori per lo swap sul debito ma, dato che le adesioni hanno raggiunto «solo» l’85,8% per i creditori privati sotto legislazione greca, mentre quelli sottoposti a quella internazionale hanno consegnato 20 miliardi pari al 69% del totale, il governo di Atene guidato da Lucas Papademos ha dovuto far scattare la clausola di azione collettiva. In questo modo tutti i detentori degli oltre 200 miliardi di titoli di Stato saranno obbligati ad aderire.

Nessuno, dunque, potrà sfuggire alla scure che taglia del 75% il valore dei titoli greci facendo slittare le scadenze al lontanissimo 2042. E per l’Isda, l’organismo di riferimento per i cds, l’attivazione delle clausole collettive fa scattare, per i detentori delle assicurazioni sul credito, la possibilità di ottenere un rimborso complessivo di 3,2 miliardi di dollari. Il successo dell’operazione ha comunque portato l’agenzia di rating Fitch ad aggiungere un altro tassello negativo al lungo elenco di downgrade del debito greco che non è più «C», ossia a un passo dal default, ma è stato retrocesso a «insolvenza parziale», quello cioè che è in realtà.

L’Europa, comunque, è soddisfatta, come ha ribadito il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker: dopodomani ci sarà la riunione degli Stati membri per il via libera finale al secondo pacchetto di aiuti, quello da 130 miliardi di euro. L’Ungheria, infatti, ha problemi e per la prima volta nella storia europea, la prossima settimana, scatterà la sospensione di una parte dei fondi di coesione perché il Paese continua a non intervenire sull’eccessivo disavanzo pubblico. Meno rigido, invece, l’intervento sulla Spagna che ha annunciato come il deficit pubblico, quest’anno andrà ben oltre il 4,4%, fino a quasi il 6%. Insomma, la crisi non è finita soprattutto in Paesi, come l’Italia e la Spagna per l’appunto, dove la crescita economica è debole.

Ieri Piazza Affari, insieme a Madrid (-0,3%) e Atene (-2,15%), ha chiuso in territorio negativo a -1,11%, in controtendenza rispetto alle altre Borse europee, tutte positive come Wall Street. In ogni caso all’Eurogruppo di lunedì non ci saranno discussioni attinenti all’Italia. Quanto allo spread che ieri mattina era precipitato a 287 punti, è risalito sopra i 304.

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