Merkel vuole togliere poteri a Draghi per speculare sul debito italiano

La Germania vuole "spacchettare" i poteri della Bce. Solo così potrebbe rendere obbligatorio il tetto ai titoli di Stato nei portafogli delle banche

Merkel vuole togliere poteri a Draghi per speculare sul debito italiano

Nel bel mezzo dello scontro con l'Italia sulle banche, la Germania prova a togliere poteri a Mario Draghi. Il Bundestag ha, infatti, approvato una mozione parlamentare in cui viene chiesto al governo di rivedere le competenze della Bce. Chiedendo di "esaminare la possibilità di conflitti di interesse causati dal doppio ruolo di responsabile da un lato della politica moentaria e dall'altro dai compiti di vigilanza bancaria con l'obiettivo di una separazione", i tedeschi puntano così a separare i poteri tra vigilanza bancaria e politica monetaria. Un durissimo colpo per la Banca centrale europea che in questi mesi sta cercando di frenare la crisi economica.

Oggi, come fa notare l'Huffington Post, la vigilanza bancaria è in capo al governatore della Bce. La politica monetaria è, invece, nelle mani di Danièle Nouy, presidente del Supervisory board del Meccanismo di vigilanza unico (Ssm) che risiede comunque in pancia alla Bce. In questi giorni Draghi sta lavorando a nuovi stimoli monetari per far rialzare l'inflazione dell'Eurozona. La mozione approvata dal Bundestag punta a mettergli i bastoni tra le ruote. L'obiettivo della Germania è, infatti, di spacchettare i poteri della Banca centrale dividendo vigilanza e politica monetaria. In questo modo gli sarebbe più facile far passare la normativa che rende obbligatorio l'attribuzione di un rischio ai titoli di Stato considerando addirittura un tetto per ciascun istituto. Normativa che, come sottolinea l'Huffington Post, costringerebbe "le banche più esposte, come quelle italiane, a cospicui accantonamenti e quindi aumenti di capitale".

Contro Draghi non c'è solo la Germania. Tra i Paesi rigoristi si è, infatti, formato un vero e proprio fronte comune che mira a "disinnescare" il governatore della Bce. "Con il quantitiative easing, che abbassa drasticamente i rendimenti - denunciano - Draghi ha disincentivato molti Paesi, come l'Italia, a fare le riforme". Un tetto del 25% alla quota di titoli di Stato costringerebbe le banche a mettere sul mercato titoli per circa 300 miliardi di euro.

In questo modo, spiega Stefano Feltri sul Fatto Quatidiono, "l'effetto Draghi verrebbe neutralizzato, i rendimenti del debito italiani salirebbero e soprattutto tornerebbero sensibili agli umori degli investitori".

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