Le banche da tempo non prestano più i soldi. Accendere un mutuo è divantata un'impresa, così gli italiani si organizzano sul web. In tanti si stanno convertendo al prestito on line tra privati: in tempi di sharing economy non c’è più bisogno di rinunciare alla vacanza last minute o al dentista. Se gli istituti di credito serrano i cordoni della borsa, c'è il web. ià alla fine di quest’anno il volume d’affari triplicherà rispetto agli 11miliardi di dollari del 2014. Come racconta Repubblica, un algoritmo processa i profili degli utenti e li mette in contatto.
In Italia il sociallending è regolamentato e vigilato dalla Banca d’Italia e gli operatori sono iscritti all’albo degli istituti di pagamento. Chi concede il prestito è garantitodal fatto che la somma - e il relativo rischio di insolvenza- viene spalmata su 50 diversi debitori. In caso di mancato pagamento si ricorre al recupero crediti o si accede ad un fondo di garanzia per i risarcimenti. Gli operatori per il momento sono due: Smartika e Prestiamoci. Il primo offre un rendimento del 5,5 per cento, mentre Prestiamoci usa tre profili di rating. "Ho iniziato con 20 mila euro – racconta Marco, cliente di Smartika - quando sembrava che i prodotti finanziari classici non producessero più nessun guadagno. Mi sono trovato a un bivio: buttarmi omettere i soldi sotto ilmaterasso. L’anno scorso ci sono stati ritardi nei pagamenti delle rate che dovevo riscuotere, ma poi sono riuscito a compensare". Il tassodi interesse è inferiore dicirca 25% a quello praticato dalle banche e le cifre che si possono ottenere sono di tutto rispetto, da 5mila a 25-30mila euro.
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