I sindacati, alle prese con i circa 8mila esuberi di Alitalia (Ita intende «recuperare» solo 2.780 addetti), cercano la sponda politica del Pd per ricomporre le fila della vertenza e coinvolgere il governo. Nel dettaglio, il Pd ha inviato mercoledì sera una convocazione ai sindacati del trasporto per discutere le ragioni della rottura della trattativa con la newco Ita, la compagnia aerea pubblica che prende il posto di Alitalia ed è guidata da Fabio Lazzerini (ad) e Alfredo Altavilla (presidente), fautori del piano di rilancio.
Nel vertice, andato in scena ieri, il vicesegretario Giuseppe Provenzano ha dichiarato come sia «urgente la convocazione di un tavolo nazionale in cui l'intero governo si assuma la responsabilità politica del futuro della compagnia». Soddisfatti i sindacati, «fiduciosi che una parte del governo abbia preso coscienza di un problema reale che c'è su Alitalia», anche se, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha chiarito che «i sindacati non hanno alcuna intenzione di usare soldi pubblici per firmare dei licenziamenti». Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd), ha chiesto di ascoltare le parti sociali e il cda di Ita nelle commissioni congiunte Lavoro e Trasporti «affinché il Parlamento sia immediatamente informato». Il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha cercato di rassicurare, affermando che «sul futuro delle persone che resteranno nella vecchia Alitalia, il ministro del Lavoro Orlando ha già individuato possibili soluzioni, non solo per ammortizzatori sociali di breve termine, ma anche per una formazione continua».
Sul tavolo restano tantissimi temi: la proroga della cassa integrazione fino al 2025, il contratto di lavoro di Ita e le assunzioni, le gare maintenance e handling e il fondo di solidarietà del trasporto aereo. La linea del Pd sul dossier Alitalia si scontra però con la visione di Bruxelles, anche se ieri un portavoce della Commissione ha affermato che «nessuna decisione è stata presa» sul prestito ponte da 900 milioni di euro la cui restituzione coatta era stata in qualche modo anticipata dal Financial Times.
I tormenti del comparto aereo non finiscono qui. EasyJet ha rifiutato una proposta di acquisizione della concorrente ungherese Wizz Air e ha contestualmente annunciato un aumento di capitale da 1,2 miliardi di sterline (1,4 miliardi di euro).
La società ha anche concordato una nuova linea di credito garantita senior di quattro anni di 400 milioni di dollari. Le mosse della compagnia aerea britannica non sono piaciute alla Borsa di Londra con il titolo che ha chiuso in picchiata con un tonfo del 10,24% a 708,2 pence.
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