Pechino soffia il gas russo all'Europa

Dopo l'accordo con Gazprom, la Cina sorpassa la Germania per fornitura energetica. E presto sarà il primo cliente

La Cina porta via il gas russo all'Europa. In risposta alle sanzioni occidentali, Mosca si rivolge a Oriente, rafforzando i rapporti commerciali con il gigante cinese. L'interesse è reciproco: la Russia ha vaste risorse di energia da piazzare sul mercato e la Cina è costantemente alla ricerca di fonti per alimentare la crescita della sua economia. Il peggioramento dei rapporti tra Occidente e Russia, dopo la crisi ucraina, ha dato la spinta decisiva.

Così a Pechino, durante il vertice dei leader dell'area Asia-Pacifico, è stato firmato un nuovo accordo tra China National Petroleum Corporation e Gazprom, che porterà 30 miliardi di metri cubi di gas in Cina attraverso la linea occidentale che passerà attraverso i monti Altai. La trattativa si è svolta ad altissimo livello, direttamente tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin, al loro decimo incontro ufficiale in meno di due anni. «Insieme ci siamo presi cura dell'albero delle relazioni tra Cina e Russia - ha dichiarato il presidente cinese al termine dell'incontro con il suo omologo russo - Ora è arrivato l'autunno, ed è tempo di raccogliere i frutti».

I semi in realtà sono stati gettati in primavera - non a caso, poco dopo l'annessione russa della Crimea - quando è stato firmato il primo maxicontratto da 400 miliardi di dollari: durerà 30 anni, in cui la Russia fornirà annualmente alla Cina 38 miliardi di metri cubi di gas attraverso il gasdotto «Potenza della Siberia». Quasi un quinto del fabbisogno di gas cinese, il 17%, arriverà dalla Russia già entro il 2020, ha calcolato Gordon Kwan, analista di Nomura basato a Hong Kong in una intervista a Bloomerg.

Ma soprattutto, quando le forniture inizieranno, la Cina supererà la Germania come principale mercato per il gas russo. Ed è solo l'inizio: «Riguardo l'aumento delle consegne di gas lungo la rotta occidentale, in una prospettiva di medio termine, i volumi totali di gas esportati verso la Cina potrebbero superare quelli verso l'Europa», ha detto il ceo di Gazprom, Alexei Miller.

E se ancora non bastasse, «il gas per queste forniture verrà prelevato dai giacimenti della Siberia Occidentale, che sono i giacimenti da cui proviene il gas destinato all'Europa», ha aggiunto Miller.

E non c'è solo il gas: l'asse Russia-Cina passa anche per il petrolio. Qui, a scendere in campo, è Rosneft, che ha stretto un'intesa strategica con China National Petroleum Corporation: il colosso russo ha concordato, infatti, la vendita alla società di Pechino del 10% della Vankorneft, la controllata siberiana che opera i giacimenti di Vankor, tra i più grandi di tutta la Russia, con riserve stimate in 500 milioni di tonnellate di greggio e 182 miliardi di metri cubi di gas.

Cina e Russia si sono poi accordate per i dettagli tecnici di un'ulteriore fornitura annuale di greggio alla Cina, da cinque milioni di tonnellate l'anno in più rispetto al contratto firmato lo scorso anno a San Pietroburgo, ha spiegato il ceo di Rosneft, Igor Sechin. Un extra che si aggiunge ai 365 milioni di tonnellate per 25 anni già previsti, per un valore complessivo di 270 miliardi di dollari.

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