Pensioni e reddito di cittadinanza: ecco cosa ha messo l'Ue nel mirino

L'obiettivo del governo è quello di contenere il debito pubblico. I giallorossi potrebbero cancellare in anticipo (o ridimensionare) Quota 100

Pensioni e reddito di cittadinanza: ecco cosa ha messo l'Ue nel mirino

Sì, l'Europa ha partorito un fondo dal valore di 750 miliardi, di cui 390 di sussidi, da distribuire tra i vari Paesi dell'Eurozona e da reperire tramite gli Eurobond. E sì, all'Italia saranno destinati 80 miliardi di sovvenzioni e 120 di prestiti. Le notizie positive terminano qui perché, a partire dalla data di erogazione di tali risorse e passando dalle contropartite richieste indirettamente da Bruxelles, pensioni in primis, c'è da mettersi le mani nei capelli.

Le contropartite

Partiamo dal fattore tempo. Il Recovery Fund libererà la sua "potenza di fuoco" soltanto tra il 2021 e il 2023. Non solo: il denaro prestato dall'Ue dovrà essere rimborsato a partire dal 2027 e, per quella data, i 27 membri dovranno trovare un accordo per consentire al bilancio comunitario di poter contare su nuove entrate. Il capitolo riguardante le contropartite non è certo meno amaro. Secondo un retroscena pubblicato dalla Nazione, al Ministero dell'Economia hanno già iniziato a sfogliare le carte per fare un paio di conti. Data la road map europea, che comprenderà tanto la messa a punto di un piano di riforme quanto la quella della manovra relativa al 2021, entrambe da recapitare a Bruxelles, è necessario sacrificare qualcosa.

Pensioni e Quota 100

Il governo starebbe quindi pensando di cancellare avanti tempo, o tutt'al più ridimensionare, la cosiddetta Quota 100. Il meccanismo di uscita anticipata verso la pensione (pensionamento a 62 anni di età e 38 di contributi ), figlio dell'allora governo gialloverde, è considerato un fardello troppo pesante da sopportare. A maggior ragione adesso che c'è in ballo lo sblocco delle risorse del Recovery Fund.

Sulle pensioni, durante il Consiglio europeo straordinario, era arrivato persino il commento piccato del premier olandese Mark Rutte, avallato anche da Angela Merkel. Che fare? È questa la domande che risuona più spesso tra i corridoi di Palazzo Chigi.

I tecnici del Mef stanno ragionando ad alcune ipotesi. Si ragiona, sottolinea ancora La Nazione, su un'età di accesso alla pensione fissata a 64 anni oppure su altre soluzioni, come Quota 102 o la possibilità di un'età minima a 64 anni senza i 38 di contributi, con calcolo dell'assegno contributivo.

Il reddito di cittadinanza

Insomma, adesso l'obiettivo dei giallorossi è quello di contenere, quanto e dove possibile, il debito pubblico. Oltre alle pensioni, nel mirino dell'esecutivo ci sono altre aree di intervento: dal reddito di cittadinanza alla semplificazione della burocrazia, passando dal mercato del lavoro alle dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico.

A proposito del reddito di cittadinanza, l'Ue ha più volte sollecitato i vari governi di adottare misure per contrastare la povertà, ma il modus operandi italiano è risultato a dir poco sbilanciato in favore dell'assistenza fine a se stessa.

È importante sottolineare un aspetto: l'Europa non ha chiesto alcuna contropartita esplicita

o diretta. Tuttavia l'Italia ha tra le mani alcuni nodi spinosi che potrebbero dare adito a possibili nuovi veti in sede di verifica delle intese. Scioglierli in tempo e senza farsi male non sarà facile.

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