Dopo una notte di intese trattative, l'accordo sul Recovery Fund è finalmente arrivato. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. I leader dell'Unione europea hanno dato il semaforo verde per acclamazione e con un lungo applauso finale al testo che ha concluso un vertice che sembrava destinato al fallimento con lo scontro tra Italia e Paesi Bassi a fare da sfonda alla sfida tra potenze interna all'Unione europea.
Il piano straordinario da 750 miliardi vede dunque la luce dopo mesi di trattative estenuanti. E il risultato è il frutto di una mediazione tra frugali e mediterranei, in cui l'Olanda ha ottenuto, grazie anche ai suoi veti e ricatti, il massimo che avrebbe potuto ottenere. Le sovvenzioni del Recovery scendono a 390 miliardi i prestiti salgono a 360. I frugali volevano scendere sotto la soglia psicologica dei 400 miliardi di fondi e Macron, sul filo di lana, ha ceduto alle richieste.
La ripartizione dei fondi
Secondo quanto riportato dalle fonti interne dal governo italiano citate da La Stampa, il governo sembra essere certo di ottenere 81,4 miliardi di sovvenzioni. Perché non sarebbero toccate le quote di "grants" né quelle dei fondi per le regioni più colpite dalla pandemia. Crescerebbe invece, e di molto, la quota dei prestiti che l'Italia sarà costretta a prendere: da 91 a 127 miliardi. Una cifra che serviva a frenare le spinte dei falchi, specialmente di Mark Rutte, che ha sempre avuto come obiettivo quello di rendere i fondi per Roma non come sovvenzioni ma come "loans". Questi soldi non arriveranno subito: l'Italia li avrà, forse, nella primavera del 2021 e li dovrà spendere entro il 2023 per le riforme proposte dal governo sulla base delle raccomandazioni della Commissione. Se queste riforme non covincono, i Paesi contrari potranno attivare il cosiddetto freno d'emergenza voluto fortemente da Rutte.
Le reazioni dei leader europei
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel su Twitter ha annunciato l'accordo con un "Deal". Con una battuta, subito dopo, che lascia abbastanza spiazzati: "Ce l'abbiamo fatta, l'Europa è forte ed unita. Un segno concreto che l'Europa è una forza in azione". Parole che lasciano alquanto perplessi visto come si è giunti a questo accordo.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, è stata più cauta: "Abbiamo ancora molto lavoro di fronte a noi, ma questa notte ha segnato un grande passo verso la ripresa".
Giuseppe Conte ha commentato l'accordo con: "Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l'autonomia delle istituzioni comunitarie". Il premier, dopo la nottata finale a Bruxelles, ha poi aggiunto: "Il governo italiano è forte: la verità è che l'approvazione di questo piano rafforza l'azione del governo italiano. Ora avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l'Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre". Concludendo di essere ancora estremamente contrario all'uso del Mes: "La mia posizione non è mai cambiata. Il Mes non è il nostro obiettivo. L'obiettivo è valutare il quadro di finanza pubblica e utilizzare tutti i piani che sono nell'interesse dell'Italia.Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità. Ci sono prestiti molto vantaggiosi".
Sul fronte interno, invece, via subito all'ennesimo task force:
"La costruzione di una task force operativa, al di là di uno staff che ha già lavorato al piano di Rilancio, sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni perchè dovrà partire al più presto".
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