Pensioni, Padoan gela Renzi: "Non si toccano, è rischioso"

Padoan: "Vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita". Da via XX settembre duro stop per Renzi

Pensioni, Padoan gela Renzi: "Non si toccano, è rischioso"

Le pensioni e l’ipotesi di introdurre flessibilità in uscita? "È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita. Detto questo non c’è nulla di male a esaminare possibili correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile. Ma va considerato naturalmente che questo ha un costo e l’equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto". Intervistato da Repubblica il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan avverte sui rischi di un intervento sulle pensioni, sottolineando la necessità di non far saltare i conti.

La crescita? "È a mio avviso il risultato più importante e che ci dà più soddisfazione. C’è più crescita perchè c’è più lavoro, buona parte della crescita aggiuntiva è perchè c’è più occupazione rispetto al cosiddetto andamento tendenziale. Poi certo ci sono le tasse, che stiamo abbassando. Ma non abbiamo cominciato adesso, all’improvviso. Abbiamo iniziato appena questo governo è stato costituito, fa parte di un percorso che abbiamo iniziato e che continueremo sino alla fine del mandato". Tornado al dossier sulle pensioni, che lo stesso Renzi ha chiesto di riaprire, le ipotesi al vaglio dell'esecutivo, per il momento, sono due.

Come ricorda il Messaggero, la prima è il calcolo contributivo dell'intera pensione. In questo caso il lavoratore che volesse andare in pensione prima rischia una decurtazione dell'assegno fino al 20-30%, ma aggraverebbe nell'immediato i costi per lo Stato. L'altra opzione è lo strumento del cosiddetto prestito pensionistico. Chi si trova a 2 o 3 anni dal maturare la pensione potrebbe chiedere l'anticipo dell'assegno, da restituire poi negli anni successivi. Potrebbe essere questo il "primo rimedio" annunciato da Renzi.

L'altro punto è la cosiddetta "opzione donna": le lavoratrici potrebbero andare in pensione a 57 anni ma con l'assegno calcolato con il sistema contributivo. Finora la facoltà è limitata a chi ha maturato il diritto nel 2014 ma potrebbe essere prorogata fino al 2015.

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