In ore concitate, per il Medio Oriente e il resto del mondo, è andato in onda sulla Cbs il tanto atteso duello televisivo fra i due candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti J D Vance e Tim Walz. Chi si aspettava scintille è rimasto deluso nell'assistere a un dibattito che è filato abbastanza liscio, con tanto di stretta di mano iniziale e finale, una discussione senza scaldare i toni, con momenti più che distesi. Niente muro contro muro, tanto mento insulti.
Il risultato più evidente è che i due secondi in grado nei rispettivi ticket elettorali hanno espresso posizioni opposte su tutti gli ambiti della campagna elettorale ma in maniera molto innocua e dritti al punto, evitando attacchi personali e colpi bassi di vario genere. Deluso anche chi immaginava che uno dei due sarebbe uscito distrutto o mattatore, privilegio che spetta ai loro senior, che hanno avuto un'unica occasione televisiva per darsela di santa ragione. Più che altro i due si sono risparmiati attacchi diretti per andare dritti a colpire il programma del candidato presidente dell'altro: Walz ha definito Donald Trump una "persona di quasi ottant'anni che parla delle dimensioni delle folle ai suoi comizi e che non è la persona giusta in questo momento", mentre Vance ha puntato il dito contro Kamala Harris, rea di "aver lasciato muoversi liberamente i cartelli messicani della droga".
La strettissima attualità: il Medio Oriente in fiamme
Nelle primissime battute del dibattito nessuno dei due candidati alla vicepresidenza ha risposto alla domanda delle moderatrici di Cbs News sul loro eventuale avallo a un "attacco preventivo" contro l'Iran, nel caso in cui Teheran sviluppi un'arma nucleare. Entrambi hanno eluso la domanda: Walz ha risposto sottolineando il suo sostegno a Israele prima di passare a criticare Trump e la sua politica estera, per poi insistere sul fatto che "la capacità di Israele di difendersi è assolutamente fondamentale" dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. In fine, ha insistito sul fatto che gli stessi consiglieri per la sicurezza nazionale di Trump hanno affermato che è pericoloso per Trump essere al comando. "Quando i nostri alleati vedranno Donald Trump voltarsi verso Vladimir Putin, verso la Corea del Nord, quando inizieremo a vedere questo tipo di incostanza nel tenere unite le coalizioni, noi resteremo impegnati", ha affermato Walz.
A Vance è stata posta la stessa domanda: avrebbe sostenuto o meno un attacco preventivo di Israele all'Iran? Il candidato ha iniziato presentandosi agli spettatori, raccontando in dettaglio il suo background e il suo curriculum. Ha poi elogiato Trump per aver "portato stabilità" nel mondo attraverso una politica di deterrenza. Arrivando al nocciolo della questione, ha affermato che spetta a Israele decidere cosa fare, ribadendo che Trump "ha costantemente reso il mondo più sicuro".
Il cambiamento climatico
Il dibattito si è poi acceso sulle questioni ambientali. Alla domanda su quale responsabilità avrebbe l'amministrazione Trump nel ridurre l'impatto del cambiamento climatico, Vance ha risposto che lui e l'ex presidente "sostengono l'aria pulita e l'acqua pulita". "Vogliamo che l'ambiente sia più pulito e più sicuro", ha detto Vance, sostenendo che le politiche democratiche hanno portato a una maggiore produzione di energia in Cina. Ha però eluso la domanda sul fatto se fosse d'accordo o meno con Trump nel ritenere che il cambiamento climatico sia una bufala. "Se si vuole davvero rendere l'ambiente più pulito, bisogna investire in una maggiore produzione di energia", ha affermato.
Walz ha elogiato l'amministrazione Biden per l'Inflation Reduction Act, che ha fornito miliardi di dollari per combattere il cambiamento climatico. Ha criticato Trump per aver definito il cambiamento climatico una "bufala" e per aver scherzato sul fatto che avrebbe portato a più proprietà nelle località marine. "I miei agricoltori sanno che il cambiamento climatico è una realtà", ha affermato, elogiandoli. Appigliandosi all'attualità, Walz ha indicato l'uragano Helene come prova di eventi meteorologici estremi diventati più frequenti negli ultimi anni.
La questione del confine meridionale
Il dibattito è poi scivolato sulle questioni migratorie, sulle quali da sempre i due partiti si puntano il dito uno contro l'altro. Walz ha scelto di giocare la carta dell'impegno bipartisan, garantendo che Harris firmerebbe un provvedimento di questo tipo: Democratici e Repubblicani "insieme possono risolvere" il problema dell'immigrazione illegale, ma i repubblicani preferiscono "accusare gli immigrati di ogni cosa". Gli immigrati, ha aggiunto, vanno trattati con "dignità".
A Vance è stato chiesto di commentare l'impegno assunto da Trump e Vance di attuare "la più grande deportazione di massa nella storia americana" e se avrebbe separato i migranti dai loro figli nati negli Stati Uniti. Vance ha affermato che la prima cosa da fare è arginare "l'emorragia", sostenendo che gli Stati Uniti si ritrovano alle prese con una crisi migratoria perché Harris ha voluto annullare le politiche di Trump. Vance ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero prima deportare "i migranti criminali", addossando ad Harris la "macchia" dei bambini che hanno attraversato il confine meridionale assieme ai corrieri della droga.
Quando Quando Vance e Walz hanno iniziato a discutere da quanto tempo sono in vigore le leggi sull'asilo nel Paese, i microfoni sono stati disattivati: è la prima volta che ciò è accaduto durante il dibattito.
L'aborto
La discussione si è poi spostata su uno dei temi morali più caldi e delicati. Walz, in particolare, ha difeso la linea tenuta nella veste di governatore del Minnesota. L'aborto, ha dichiarato il candidato democratico, rappresenta un diritto umano fondamentale, "e non può dipendere dalla zona geografica in cui ci si trova": Walz ha dunque sostenuto la necessità di ripristinare il diritto federale che era assicurato dalla Roe v. Wade. Il governatore ha fatto riferimento a diversi casi di donne residenti in Stati come il Texas, il Kentucky o la Georgia, che sono state costrette a viaggiare in altri Stati o a trovare soluzioni per porre fine alla gravidanza. "Qui stiamo parlando di sanità", ha concluso.
Vance, di contro, ha tentato come Trump di allontanare dal Gop l'immagine di partito ostile ai diritti riproduttivi, mostrandosi tiepido sul tema. Il Partito repubblicano, ha ammesso il senatore, deve fare "un lavoro migliore" per riconquistare la fiducia dei cittadini in merito alle sue capacità di garantire i diritti riproduttivi nel Paese. "Non ho sostenuto un divieto nazionale all'aborto: dobbiamo lavorare per riconquistare la fiducia dei cittadini su questo tema", ha detto Vance. Proprio durante il dibattito, sulla questione ha preso posizione in maniera netta anche Trump, affermando con un post sul social media Truth che da presidente opporrebbe il veto a qualsiasi proposta per l'introduzione di un divieto nazionale di aborto.
La questione delle armi: due risposte tiepide
Chiamato a chiarire la posizione dei dem (soprattutto dopo le ultime dichiarazioni di Harris) in merito alla violenza armata e alle armi da fuoco, Walz ha ricordato di essere un cacciatore e di possedere armi da fuoco, così come la vicepresidente. "Non vogliamo fare allarmismo e togliere le armi ai cittadini: rispettiamo il Secondo emendamento ma abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri figli", ha detto il governatore, aggiungendo che "ci sono dei modi per rafforzare i controlli sulle armi da fuoco senza violare il Secondo emendamento".
Vance ha, invece, sostenuto, che le autorità statunitensi devono "fare di più" per affrontare "la terribile epidemia di violenza armata" nel Paese. "Dobbiamo rafforzare la sicurezza nelle nostre scuole, aumentando il personale dedicato e mettendo le strutture in sicurezza", ha detto il senatore, aggiungendo che la maggior parte degli episodi di violenza armata nel Paese viene commessa utilizzando armi ottenute illegalmente, e accusando l'amministrazione Biden-Harris di avere contribuito all'entrata di armi illegali nel Paese a causa di politiche lassiste sulla sicurezza dei confini.
Imbarazzo per entrambi
Uno dei momenti di maggiore tensione durante il dibattito ha riguardato uno scivolone di Walz. Il governatore del Minnesota ha ammesso di non trovarsi in Cina durante la repressione delle proteste di Piazza Tienanmen nel 1989, cosa che aveva precedentemente sostenuto in pubblico. Walz è stato sollecitato a chiarire la questione ieri sera. "A volte sono un pasticcione", si è giustificato governatore. "Tutto quello che ho detto è che sono arrivato lì quell'estate e ho commesso un errore in questo, quindi è quello che ho detto. Mi trovavo a Hong Kong e in Cina durante le proteste per la democrazia, e da ciò ho imparato molto su cosa sia necessario per governare", ha aggiunto. Non è la prima volta che Walz viene criticato per dichiarazioni rivelatesi inesatte: recentemente è stato criticato per aver fornito falsi dettagli in merito al suo servizio militare e alla sua vita familiare.
Il momento più imbarazzante per Vance, invece, ha riguardato il suo passato da detrattore di Trump, in cui lo aveva definito "inadatto", affermando che avrebbe potuto essere "l'Hitler americano" in vista delle elezioni del 2016. "Mi sbagliavo su Donald Trump", ha affermato, e ha accusato i media di aver diffuso false storie sul tycoon. Vance ha affermato di sostenere Trump perché "ha dato risultati per il popolo americano", ma ha ammesso di credere che il primo mandato di Trump avrebbe potuto essere migliore se i repubblicani e i democratici al Congresso si fossero concentrati di più sulla politica di governo. "Erano così ossessionati dall'impeachment di Donald Trump che non riuscivano nemmeno a governare", ha affermato.
Entrambi i candidati, a fine serata, si son portati a casa il "voto" dei propri candidati alla presidenza: "Fidatevi, so cos'è un buon vicepresidente. Il dibattito di stasera ha chiarito che il mio amico Tim Walz ha le carte in regola. Unitevi a me per portare il team Harris-Walz al traguardo", ha scritto il presidente Biden al termine del dibattito. "JD ce l'ha fatta! Walz è stato un disastro con un basso QI, molto simile a Kamala. Il nostro Paese non si riprenderebbe mai da un'amministrazione di questi due. Riuscite a immaginarveli rappresentarci con leader stranieri aggressivi e feroci? Io non ci riesco!", ha invece scritto Trump su Truth Social al termine del duello.
Il senatore Vance, tuttavia, avrebbe vinto il dibattito su Walz per 51 a 49, secondo un instant poll realizzato dalla Cnn con un gruppo di telespettatori, subito dopo la conclusione del confronto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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